Sala semivuota e un candidato già «sospeso» alla “prima” dei 5 Stelle a Ravenna

Non si è presentato il ferrarese David Zanforlini, accusato di essere stato massone

Sala D'attorre 5 Stelle

La sala D’Attorre durante la presentazione dei candidati 5 Stelle

In una sala semivuota, la portavoce di Ferrara («mi hanno chiesto di coordinare l’incontro») presenta un candidato di Forlì e una senatrice uscente di Bologna. È la fotografia del Movimento 5 Stelle di Ravenna, praticamente “commissariato” a pochi giorni dal voto, scattata nel pomeriggio di sabato alla sala D’Attorre, nel centro della città bizantina, dove è stato presentato il programma elettorale e dove  dovevano essere presentati i candidati che potrebbero finire in Parlamento grazie anche ai voti dei ravennati.

5stelleC’erano il forlivese Alessandro Ruffilli, candidato al Senato al collegio uninominale di Ravenna, e la senatrice uscente Michela Montevecchi, bolognese, anche lei candidata al Senato nel collegio emiliano-romagnolo. Non c’era – ed è questa la vera notizia, checché ne dica l’ex consigliera comunale Francesca Santarella, che su Facebook ha poi insultato i giornalisti presenti per non aver prestato troppa attenzione alla presentazione del programma – David Zanforlini, come ci aveva lui stesso anticipato al telefono. Si tratta dell’avvocato ferrarese (da noi già intervistato, a questo link) candidato al collegio uninominale di Ravenna alla Camera, finito nella tempesta mediatica per la sua presunta affiliazione alla massoneria, che lo renderebbe incandidabile secondo le regole del Movimento. Lo stesso candidato premier Luigi Di Maio ha fatto intendere che chi ha nascosto questo aspetto sarà espulso. Ma Zanforlini continua a ribadire che massone lui non lo è e che non lo era neppure al momento della presentazione della sua candidatura, rifiutando invece di parlare del suo passato.

Un caso intricato che ha portato a una sua sospensione – almeno secondo quanto dicono gli esponenti dei 5 Stelle presenti a Ravenna – in attesa di un definitivo chiarimento. Che potrebbe anche non arrivare mai, da parte del diretto interessato, che però resterebbe candidato (ormai non è più possibile ritirare la candidatura) e quindi perfettamente eleggibile, piaccia o no a Di Maio e al Movimento.

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