Congresso Pd, Minniti piace ai renziani. Fagnani: «Farebbe bene alla causa»

L’assessore comunale è tra i fedelissimi dell’ex segretario nazionale, non ha perso neanche una edizione della Leopolda e si dice pronto a sostenere una candidatura dell’ex ministro degli Interni. Ipotesi scissione? «Non lasceremo il partito. I comitati civici sono uno strumento nuovo per avvicinare più persone alla politica». Il futuro di Renzi? «Senatore di Scandicci…»

Fagna

Roberto Fagnani al tavolo sulle infrastrutture alla Leopolda che si è tenuta a Firenze dal 19 al 21 ottobre

Dal cosiddetto “Big Bang” a oggi. Roberto Fagnani, assessore ai Lavori pubblici e allo Sport del Comune di Ravenna, non se n’è persa una di “Leopolda” da renziano della prima ora qual è stato (tra i pochi in provincia e i pochissimi a provenire dagli ex Ds) e renziano doc, vicino al cosiddetto Giglio magico, qual è ora. Insomma, con l’ex premier nella buona e nella cattiva sorte, a differenza di molti che da Renzi dopo le ultime sconfitte elettorali hanno preso le distanze, in primis il sindaco Michele de Pascale che appoggia al congresso Nicola Zingaretti.

Assessore, allora, com’è andata questa Leopolda?
«È stata la Leopolda più partecipata di sempre, c’erano tantissimi giovani e meno opportunisti, quelli che si sono visti quando “Il carattere di Renzi non era un problema”, per citare una battuta dello stesso Renzi. Il venerdì ho fatto l’una di notte a discutere con tanti ragazzi di sport… Mi fanno ridere quelli che vogliono minimizzare quello che è successo a Firenze».

Ma cosa sono questi comitati civici lanciati da Renzi? Un embrione di nuovo partito, come dicono alcuni? Qualcosa di simile ai meet-up di Beppe Grillo?
«Sono uno strumento nuovo per avvicinare persone che magari non si riconoscono in un partito. Sono una cosa positiva, non c’è nessuna intenzione di lasciare il Pd o di fondare un nuovo partito. Noi, come diceva lo slogan, siamo “quelli che restiamo” e dopo il congresso, a differenza di quanto hanno fatto altri, noi sosterremo chiunque vincerà».

Alla Leopolda il tema congresso è stato piuttosto trascurato…
«La cosa fondamentale è che questo congresso non sia, come l’ultima volta, una semplice conta».

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Roberto Fagnani e Matteo Renzi nelle cucine della Festa dell’Unità nazionale a Ravenna

Ma voi renziani chi sosterrete? C’è la candidatura di Matteo Richetti e circola con insistenza il nome di Marco Minniti…
«Sono due nomi importanti. Matteo è un amico che ho sostenuto anche per le primarie per la Regione, prima che si ritirasse. Minniti farebbe bene alla causa, è un nome autorevole, ha affrontato un tema come l’immigrazione in modo equilibrato e intelligente. Lo ritengo sicuramente un eventuale candidato vincente e sono pronto a sostenere una sua candidatura».

Intanto il sindaco Michele de Pascale sosterrà invece Zingaretti. Aria di maretta in casa a Palazzo Merlato?
«Ma no, come ha detto alla recente festa nazionale dell’Unità Ravenna il nostro ottimo segretario Alessandro Barattoni, che per inciso spero si ricandidi, questo territorio deve rappresentare un modello: tra noi si discute e poi si fa sintesi. Oltre al rapporto di amicizia che c’è fra noi, con Michele dobbiamo occuparci di amministrazione locale e visioni anche diverse a livello nazionale non rappresentano un problema».

Ma lei cosa pensa di Nicola Zingaretti candidato segretario?
«Una persona rispettabilissima, ma la sua proposta, rispetto alla spinta riformista data da Renzi al partito, mi sembra un po’ un tornare indietro. Sono però contento perché a Roma ha assunto toni diversi da quelli di qualche mese fa».

A proposito di spinta riformista di Renzi. Minniti fa pensare a una svolta securitaria, non certo a uno slancio economico…
«In realtà potrebbe essere proprio una candidatura che scardina anche alcune etichette… a questa Leopolda non c’erano solo renziani. La cosa importante è che grazie a iniziative come Piazza Grande di Zingaretti a Roma, la Leopolda a Firenze, il Forum il prossimo fine settimana a Milano il Pd sta tornando a mettere in campo idee e tornare protagonista».

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I romagnoli del Pd all’ultima edizione della Leopolda

Si è capito, alla fine, perché il Pd di Renzi ha perso tanti voti?
«Come ha detto lui stesso, la sinistra sta perdendo ovunque, non è un problema solo italiano. E quello che è mancato a noi, così come agli altri, è la capacità di dare una visione di futuro. La sinistra vince quando riesce a parlare di futuro».

Il 9 e 10 novembre sarete a Salsomaggiore, sempre convocati da Renzi. Quale sarà il suo futuro nel partito?
«Il senatore di Scandicci».

Come no. E con le truppe pronte nei comitati. Come saranno organizzati e quando vedremo il primo a Ravenna?
«Ma no, come ho già detto, quelli sono uno strumento per tornare ad avvicinare più persone possibili alla politica. Sicuramente a Salsomaggiore avremo più indicazioni e capiremo meglio come incoraggiarne la nascita, senza, ripeto, nessuna tentazione a lasciare il Pd».

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