Gruppo M5S accusa gli enti locali dello “sfacelo” di Punta Alberete

Secondo il MeetUp “A riveder le stelle” di Ravenna, Comune e Parco del Delta ignorano il degrado dell’oasi ambientale

Oasi Punte AlbereteIl MeetUp grillino ravennate “A riveder le stelle”, accusa in una nota stampa il Comune e l’ente Parco del Delta di defilarsi, se non proprio di non far nulla per affrontare il degrado in cui versa l’oasi ambientale e faunistica dei Punta Alberete e altre singolari e preziose zone vallive della zona.
L’occasione è data da un convegno, tenuto recentemente al Mar sul tema “Le Oasi palustri ravennati, un paesaggio instabile e minacciato”, dove – secondo il gruppo locale legato al Movimento Cinque Stelle – i rappresentanti dell’amministrazione comunale e dell’ente parco sono “scappati”, dimostrando il loro disimpegno.

«Tra gli organizzatori del convegno, oltre l’Unione Bolognese Naturalisti e la Federazione Italiana Pro Natura che avevano lanciato l’idea di questo doveroso incontro – scrive il MeetUp ravennate – risultavano il Parco del Delta del Po ed il Comune di Ravenna, enti responsabili dello sfacelo, in quanto, rispettivamente, soggetto gestore e principale proprietario dell’Oasi, senza gestione ormai da quasi sei anni. Ebbene, quanto visto ieri è stato a nostro parere scandaloso. Mentre gli esperti, tutti di altissimo livello, relazionavano sul drammatico degrado, lanciando un appello disperato per incitare le Istituzioni a correre rapidamente ai rimedi, il Comune di Ravenna si è prontamente defilato dopo i saluti di rito, ed il Parco del Delta nemmeno si è degnato di presenziare con la direttrice Pagliarusco o il presidente Fabbri».

«Come mai? – commentano i militanti grillini – Chi deve decidere ha già deciso che la questione è un finto problema di un gruppuscolo di nostalgici esaltati, e che a Ravenna la biodiversità, indispensabile per la nostra stessa sopravvivenza, non interessa a nessuno? Oppure che, tutt’al più, si tratterà di gestire ingressi, depliant e promozione turistica… di che cosa, se ormai Punte Alberete rischia di diventare solo un pantano di fango»?

«L’ottima relazione del professor Viaroli, dell’Università di Parma, ha invece evidenziato – si sottolinea nella nota stampa – che il cosiddetto “valore ecosistemico” di un’area umida è elevatissimo, in termini “servizi ecosistemici” forniti, tra cui la protezione dei terreni agricoli dalla salinizzazione, la protezione dalle alluvioni, la rimozione dell’inquinamento ambientale (in particolare da azoto), il miglioramento della qualità delle acque e dell’ambiente in generale. Un valore ecosistemico stimabile a 13.000 euro per ettaro all’anno, i cui benefici ricadono su tutta la comunità indistintamente e che le amministrazioni dovrebbero massimamente preservare. Senza contare l’indotto economico che potrebbe portare in termini di turismo. I fondi esistono, è stato ieri ricordato dalla Regione, ma nessuno li richiede. Le soluzioni ci sono ed è ancora possibile fare qualcosa, hanno evidenziato i relatori nell’enunciare il lungo elenco di flora, avifauna, insetti e vertebrati ormai estinti per cui l’oasi valliva costituiva riferimento unico in tutta Europa».
«Alle relazioni che si perderanno immaginiamo, nel nulla – conclude il MeetUp – si è anche aggiunto l’ultimo lavoro del dottor Lazzari (storico esponente del WWF ravennate, ndr), che ha voluto fornire gratuitamente la pubblicazione “Contributo alla conoscenza della gestione delle zone umide di acque dolci Punte Alberete, Valle Mandriole, bassa del Bardello”, resoconto del lavoro compiuto per il mantenimento dell’oasi di Punte Alberete nei decenni di gestione dell’associazione “L’Arca”».

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