Lista civica Pigna: «Il fallimento della Stepra è un fallimento politico del Pd»

La società pubblica partecipata dagli enti locali operava nel settore immobiliare. La consigliera comunale Verlicchi: «Lacune di trasparenza»

«Il fallimento della società immobiliare Stepra è il fallimento politico del Pd a Ravenna. Il fallimento di Stepra non è frutto della crisi economica che ha colpito anche il mercato immobiliare, bensì di una serie di scelte azzardate compiute dagli amministratori ed avvallate dallo stesso Pd attraverso i soci pubblici». La lista civica La Pigna commenta così la notizia delle sentenza di fallimento pronunciata dal tribunale per la società pubblica partecipata da Camera di Commercio, Provincia di Ravenna e Comuni della provincia tra cui il capoluogo.

Non è la prima volta che la lista civica, rappresentata in consiglio comunale da Veronica Verlicchi subentrata dopo le dimissioni di Maurizio Bucci che si candidò a sindaco nel 2016, esprime perplessità e critiche sull’operazione Stepra: «La partecipazione degli enti pubblici è da sempre inspiegabile dato che Stepra ha sempre operato in un settore che nulla ha a che fare con i compiti di un ente pubblico: il settore immobiliare».

Secondo la ricostruzione della Pigna, «Stepra ha potuto beneficiare di prestiti bancari di alcune decine di milioni di euro utilizzati per acquistare terreni in area artigianale da rendere poi urbanizzabili e quindi vendibili ad imprese produttive, commerciali e di servizi». Ma a mancare sarebbe stato un piano industriale di verifica della sostenibilità degli investimenti.

Ma visto che gli amministratori erano dirigenti di associazioni di categoria, «non avrebbero avuto alcuna difficoltà a predisporre un piano investimenti basato sulla reale domanda di acquisto di terreni urbanizzati, verificandone preventivamente l’interesse reale attraverso la consultazione dei propri associati. Perché non é stato fatto?».

Verlicchi critica la mancanza di trasparenza dell’amministrazione De Pascale: «Gravissime lacune. Continuano, infatti, a latitare i documenti che abbia chiesto già diversi mesi fa, alla stessa tramite richiesta atti ufficiale. Il disastro di Stepra ha origini precise e non deve rimanere sotto silenzio: vanno accertate, da parte degli organi preposti, eventuali responsabilità dei soci pubblici, degli amministratori, dei sindaci Revisori e del liquidatore».

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