Dalla Louisiana al killer Ted Bundy, quattro film da non perdere

Cosa vedere nel mese di maggio: due lavori apprezzati al festival di Venezia e due novità, tra cui il documentario rock’n’roll di Abel Ferrara

Che Fare Quando Il Mondo Fiamme

Una scena da “Che fare quando il mondo è in fiamme?”

Finalmente in sala, per maggio, due bei film che abbiamo visto a Venezia 2018. Il primo è un documentario in bianco e nero che colpisce forte lo stomaco e il cervello, l’esplosione di un mondo globalizzato nell’intolleranza e nel razzismo: Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini, regista italiano trapiantato negli Usa. Lo ricordiamo per il bellissimo Louisiana del 2015, storie di disperati espulsi dalla ricchezza della prima potenza economica mondiale; e ora il suo nuovo documentario sul Sud degli Stati Uniti rimane sempre in Louisiana, nella capitale Baton Rouge, dove nell’estate del 2017 si verificano una serie di brutali omicidi di giovani afroamericani ad opera della polizia. Monta la protesta della comunità nera e le Black Panther organizzano una grande manifestazione contro il razzismo e le condizioni di vita dei neri. In questo viaggio Minervini mostra gli abitanti di colore della Lousiana, le loro lotte per la dignità e il lavoro, la sempre più radicata consapevolezza che solo l’intelligenza e il cuore possono combattere una società sempre più esplicita nella discriminazione. Sono Judy, una donna dalla vita difficile che vorrebbe mantenere il suo bar oberato dai debiti, perché è lì che può ascoltare le canzoni dell’indiano Kevin; sono Ronaldo e Titus, che non possono uscire di sera per paura dei colpi vaganti di pistola; sono le attiviste donne delle Black Panthers che vanno di casa in casa per le denunce contro la polizia razzista. Persone umili e normali che si incontrano perché fanno musica insieme, perché lavorano insieme, perché lottano insieme in una città divisa tra i neri e poveri e i bianchi e agiati. Una realtà tragica che il regista non invade e che osserva con empatia totale ma discreta e “silenziosa”; uomini e donne in cui rivedere gli eterni accattoni di Pasolini, trasfigurati come i silenziosi protagonisti delle pale d’altare del Trecento.

Il secondo film ha vinto il Leone d’Argento a Venezia, e cioè The Sisters Brothers di Jacques Audiard. Una fantastica storia western dall’autore de Il Profeta, con Joaquim Phoenix. I fratelli Sisters sono i classici criminali spietati del Far West. Il ricco Commodoro li assolda per torturare e poi uccidere un uomo, un cercatore d’oro dai modi molto eccentrici, perché ha una formula segreta per trovare l’oro. Devono così raggiungere il detective che ha rintracciato il fuggitivo, dall’Oregon fino alla California della Corsa all’Oro… Un western pieno di black humor sui grandi miti della Corsa all’Oro, epico e perfetto: i fratelli “sisters” Caino-Abele; il loro Padre, oscuro e assassino come Lucifero; la cupidigia per il denaro, ma anche l’umanità che emerge da questo mare nero e marcio che è la Frontiera americana.

Sempre sul tema dell’America cupa e profonda, uscirà anche un film appena presentato al Sundance 2019: Ted Bundy – Fascino criminale, sulla vita del più noto e spietato serial killer americano degli anni ’70, Ted Bundy, che stuprò e uccise più di trenta donne, nonostante la sua doppia personalità di bel ragazzo gentile prima e amorevole marito modello poi. La storia non segue il classico filo catena di omicidi-indagini-scoperta. Come dice il regista Joe Berlinger: «Questo film mi ha permesso di sovvertire il genere sui serial killer. Non è la tipica situazione con l’escalation degli omicidi e la polizia che mette insieme i pezzi, scena del crimine dopo scene del crimine. Il nostro film sta dalla parte della compagna di Bundy, che credeva nella sua innocenza perché per lei era un fidanzato meraviglioso, affascinante e sempre distinto». Ed è così che entriamo diretti nella mente di quest’uomo ambiguo e malvagio, per comprenderne il sinistro fascino che esercitò sulla persone a lui vicine e sulla società dell’epoca, che si divise ovviamente nelle due fazioni innocentista contro colpevolista.

L’ultimo film che vi suggerisco è Alive in France del grande regista Abel Ferrara: che adesso è anche musicista, e che si è divertito a fare un bel documentario musicale sull’ultima tournée con la sua band in giro per la Francia: film fresco, godibile e molto rock’n’roll.

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