La svolta di Cristiano Cavina nel nuovo romanzo. «È il mio libro migliore»

In Ottanta rose mezz’ora, il noto scrittore di Casola Valsenio abbandona le ambientazioni collinari per raccontare la dura storia di un amore non convenzionale e una ragazza che si prostituisce

Cristiano Cavina 2Dimenticate Casola Valsenio, dimenticate la vecchia Romagna e le sue tradizioni, dimenticate il nonno, le zie, i fatti di paese. Dimenticate insomma il Cristiano Cavina che conoscete e troverete un autore molto diverso, quello di Ottanta rose mezz’ora (Marcos Y Marcos). Storia d’amore in bilico tra purezza e corruzione, perversione e sesso, fallimento e redenzione. Un omaggio al coraggio di una ragazza, alla sua lotta per mantenere l’integrità a ogni costo. E per farlo, per risolvere i problemi economici sempre più gravosi, decide di prostituirsi.

«È il mio libro più bello», dice Cavina. Le prossime presentazioni in Romagna sono in programma l’1 marzo alle 20.30 al centro culturale di Massa Lombarda, il 9 marzo alle 18 alla biblioteca comunale di Faenza e il 13 aprile allo Spazio°Z di Radio Talpa a Cattolica.

Siete mai stati innamorati di una puttana? Non una facile, come intendono i maschi frustrati, siete mai stati innamorati di una che va con gli uomini per soldi? Una normalissima ragazza italiana con i capelli neri e le fossette in fondo alla schiena, che riceva fra un turno di lavoro e l’altro in un monolocale che sa di umido e dell’odore morente di un falso gelsomino? Io sì. Che Dio mi maledica, io sì“.
Inizia così il nuovo romanzo. Ci è voluto coraggio ad abbandonare Casola e infilarsi in una storia d’amore così fuori dagli schemi?
«Sì, all’inizio non ero convinto di farlo, ma poi questa storia voleva essere scritta. È una storia vera, che sono venuto a conoscere e che credo dovessi raccontare, prima o poi. Ho rimandato a lungo. Mi trattenevo nel raccontarla e suonava fasulla, poi mi sono abbandonato e alla fine eccola qua, ed è il mio libro migliore».
Come stanno reagendo i tuoi lettori a questo cambio radicale?
«Forse a qualcuno darà fastidio, ma sto ricevendo tanti messaggi positivi di sconosciuti, soprattutto donne. Solo la giornalista di un grosso giornale si è rifiutata di recensirlo perché lo trovava scandaloso e immorale».
Non è sicuramente una storia d’amore convenzionale…
«Non è una storia con sentimenti pettinati. Non c’è il principe azzurro che seduce le donne e le salva, credo che sia più maschilista una storia di questo tipo. La protagonista femminile è una ragazza che fa dei sacrifici per continuare a credere nei suoi sogni. Certe cose succedono molto più di quello che la gente pensa. Non credo che esitano davvero vite convenzionali. Tutti ogni tanto abbiamo la camicia fuori dai pantaloni e siamo un po’ scalcagnati».
Come nasce questa storia?
«È una storia vera, ho solo cercato di raccontarla. È un romanzo, ma non ho inventato niente. Anzi quando ho provato a modificarla mi sono accorto che non funzionava più, allora l’ho fatta aderire alla realtà. Questa storia d’amore è andata così. Vendere il proprio corpo non è facile. Bocca di rosa che lo fa per passione non è mai esistita. Puoi essere innamorata e amata anche se fai la puttana. Nemmeno i principi azzurri esistono. Nei romanzi di successo è sempre l’uomo che salva la donna dai problemi economici, nella mia storia è il contrario. Non c’è il finale in cui si vive felici e contenti».
Non temi di finire nel mirino del movimento #metoo?
«In questo libro gli uomini fanno schifo. Le prostitute una volta erano le paladine del femminismo. Ognuno di noi per vivere vende qualcosa di sé. Uno che fa l’asfalto in autostrada vende le spalle, un calciatore vende il suo piede, io scrivo e vendo il mio cervello. Qui cambia solo che si vende una parte intima, ma è lei che decide di farlo, è lei che usa gli uomini come bancomat per avere soldi».
Se questa storia fosse stata scritta da una donna pensi che la giornalista si sarebbe scandalizzata di meno?
«Questa storia la sapevo io e toccava a me raccontarla. Se quella giornalista l’ha trovata offensiva o non l’ha letta o l’ha letta distrattamente. Nicholas Sparks è il vero autore maschilista, in cui uomini fighi e ricchi risolvono ogni problema delle donne. La realtà è diversa. Ci sono eserciti di maschi che di nascosto vanno a puttane, che cercano facili rivincite alla propria frustrazione».
Tornerai più a scrivere di Casola o è un addio?
«Ora avevo voglia di scrivere altro, può essere che un giorno tornerò a raccontare anche quelle storie, ma per ora quelle che volevo raccontare le avevo già scritte».

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