Alla scoperta della letteratura araba contemporanea

Alcuni testi consigliati da Leila Belhadj Mohamed al Festival della Letteratura di Mantova

Foto 09 09 23, 12 03 45

Leila Belhadj Mohamed a Mantova

A calcolare l’inerzia del mercato editoriale italiano basta contare i pochi titoli di libri tradotti nel nostro paese direttamente dall’arabo, ovvero dalla sesta lingua più parlata al mondo. E questo, nonostante a Dubai ci sia una delle ferie del libro più importanti, soprattutto dopo che quelle con sede in Siria e in Iraq hanno dovuto cedere il passo.

A introdurre con vivacità l’incontro ospite al Festival della Letteratura di Mantova sul tema della letteratura araba contemporanea è Leila Belhadj Mohamed, giornalista e podcaster italo-tunisina, attivista transfemminista ed esperta di migrazioni, diritti umani e digitali, e geopolitica del continente africano. Leila parte da alcuni titoli tradotti, almeno per renderli noti al pubblico presente, formato in prevalenza da donne ma anche da tante persone giovani. Una presenza quest’ultima che sarebbe un bel segnale da cogliere. In sintesi, la letteratura più recente – ma si va da romanzi pubblicati fra il 2001 e il 2023 – appare meno lontana di quel che si può pensare: se ci si aspetta da questa produzione una panoramica interna e diretta sulla storia recente dei paesi arabi, dalle guerre ai rapporti sociali e di potere interni, va evidenziata anche una profonda e sensibile vena femminista portata avanti soprattutto dalle autrici e non solo delle ultime generazioni. Temi come i diversi orientamenti sessuali, la fragilità maschile, i soprusi sui minori e il razzismo, ci portano dentro a dinamiche che con le dovute differenze lasciano scrittori e scrittrici sul campo di battaglia.per alcuni e alcune di loro, scrivere e parlare in libertà è ancora sinonimo di emarginazione, isolamento, esilio.

Il primo libro che viene introdotto è La casa dei notabili di Amira Ghenim (1978), autrice e docente all’Università di Linguistica a Tunisi. Uscito quest’anno per le edizioni E/O dopo essere entrato nella rosa dei sei finalisti dell’International Prize for Arabic Fiction, il romanzo introduce la storia di due famiglie dagli anni ’30 ad oggi. Le numerose voci che si alternano nella narrazione in epoche diverse si concentrano sulla figura di Taher al-Haddad, un intellettuale realmente esistito, sindacalista e femminista tunisino ante-litteram. Quando ancora il paese era un protettorato francese, al-Haddad pubblica un pamphlet a favore delle donne del proprio paese affinchè entrassero nella sfera pubblica: per le sue tesi verrà respinto dall’Università e processato. La riabilitazione si avrà solo dopo la morte da parte del presidente Bourghiba che dal 1956 emana le leggi – ancora vigenti – a favore di divorzio e aborto, già sostenute da al-Haddad.

Il secondo romanzo presentato da Leila è stato scritto da Nawal al Sa’dawi (1931-2021) una scrittrice, psichiatra, saggista e militante femminista egiziana che ha affrontato nel corso della vita il carcere e l’esilio di alcuni anni negli Stati Uniti. L’amore ai tempi del petrolio uscito in Egitto nel 2001 è stato censurato dalle autorità religiose del paese e ritirato dal commercio. A giustificare l’isolamento del libro nel paese d’origine non è stato tanto il genere – un giallo che vede la sparizione di un’archeologa cairota – quanto il femminismo esplicito nella descrizione di un duro mondo patriarcale a cui si aggiunge una feroce critica al potere dell’allora presidente Mubarak. Pubblicato a Londra nel 2001, è stato tradotto in Italia – forse grazie anche al successo nel mondo anglosassone – otto anni dopo grazie a una piccola casa editrice e poi di nuovo nel 2020 da Fandango.

Ambientato agli inizi del nuovo millennio è il romanzo Frankestein a Baghdad di Ahmed Saadawi (1973) poeta, scrittore, giornalista e documentarista iracheno che grazie a questo fantasy thriller si è aggiudicato il prestigioso International Prize for Arabic Fiction nel 2014. Tradotto per il mercato italiano dalle edizioni E/O, il romanzo utilizza un registro di realismo magico per lo sfondo delle azioni di un essere mostruoso che mira a vendicare le vittime della guerra durante il biennio dell’occupazione statunitense. Baghdad – “inferno in terra” come la descrive l’autore che è stato anche militare – fa da sfondo ad un Frankestein iracheno che racchiude in sé sentimenti di vendetta e frustazioni senza speranza.

Il quarto romanzo segnalato da Leila è Canna di bambù dello scrittore e giornalista Saud Alsanousi (1981) che ha al suo attivo già diverse novelle e romanzi. Vincitore del Premio internazionale di letteratura araba, Canna di Bambù – uscito nel 2012 e tradotto tre anni dopo in Italia da Atmospherelibri – è un libro di formazione che smaschera le condizioni dei lavoratori stranieri nelle nazioni ricche del Golfo. Il protagonista José/Isa è un bambino per metà kuwaitiano, per metà filippino, che deve confrontarsi fin da subito con la segregazione etnica, il classismo razzista e le regole di una società tradizionalista, individuando le possibili strategie di sopravvivenza fra differenti religioni, lingue e pressioni sociali.

Sempre una storia di formazione costituisce lo sviluppo del romanzo Delitto a Ramallah scritto da Abbad Yahya (1980), pubblicato nel 2019 in Palestina e appena un anno dopo tradotto in italiano da MReditori. Nonostante la trama di questo quarto romanzo dell’autore sia imperniata sul delitto di una ragazza davanti a un locale con le conseguenti indagini a tappeto sui giovani che la conoscevano, le tinte di giallo si sono amplificate fino a divorare la vita dello stesso autore. I motivi che hanno portato le autorità del paese a bandire il romanzo – accusato di “indecenza” e di offesa alla dignità pubblica – e a isolare uno degli scrittori più promettenti della letteratura palestinese sono da ricondurre all’omosessualità di uno dei protagonisti che diventa oggetto di violenze e vessazioni da parte della polizia.

Da ricordare che il mondo di chi legge è vasto, senza confini; quello di chi scrive, molte volte è purtroppo assai piccolo.

FONDAZIONE FLAMINIA BILLB TUFFO MARE UNIVERSITA 01 – 15 05 24
CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
TOP RENT BILLBOARD SICUREZZA 03 – 17 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24