La prossima volta che vi sembrerà eccessivo il prezzo di un cocktail a Milano Marittima o giudicherete folle il costo per lettino e ombrellone a Cervia, pensate che probabilmente state aiutando delle persone povere.
Lo dicono i numeri. Il reddito medio di ogni cittadino cervese nel 2021 è stato 18.770 euro. Peggio, tra i 18 comuni della provincia, ha fatto solo Casola Valsenio con 17.943 euro. Nel capoluogo la cifra è stata 21.981 euro, in aumento del 3,9 percento rispetto al 2020 (contro la media italiana del più 4,5) e anche più alta dei 21.225 euro del 2019 pre pandemia. Per avere un ordine di grandezza si può dire che la media dei redditi 2020 in Italia è stata di 22.540 e Ravenna era attorno alla posizione 1.200 su quasi ottomila comuni.
Sono le statistiche delle dichiarazioni dei redditi, appena pubblicate, come ogni anno, dal ministero dell’Economia. I dati sono relativi alle dichiarazioni del 2022, quindi riferite ai redditi del 2021.
Guardando al resto della provincia, i cittadini con i redditi più alti sono nel Lughese. In particolare a Sant’Agata sul Santerno che con 23.246 euro è l’unico comune della provincia a superare la media nazionale, con una crescita rispetto al 2019 addirittura del 9 percento. A seguire c’è Lugo, con un reddito medio di 22.226 euro.
Si sa, le medie vanno prese con le molle. Perché la storiella la conosciamo tutti: se una persona mangia due mele e una persona zero, per la media hanno mangiato una mela a testa e invece uno dei due ha ancora fame.
Viene un po’ difficile capacitarsi di come la media cervese sia in fondo alla graduatoria provinciale. E non è un caso isolato magari connesso agli effetti pandemici: la circostanza ricorre annualmente.
Ai più fini osservatori non sarà sfuggito che Cervia basa la sua economia quasi esclusivamente sul settore turistico. Quel settore che non pare conoscere crisi di affluenza. Infatti parliamo di una zona in cui gli immobili hanno i prezzi più alti al metro quadro e i servizi per chi ci vive sono tra i più cari proprio per effetto del turismo. Poi sfogli la cronaca locale proprio di questi giorni e ci trovi due alberghi di quella zona bastonati dalla guardia di finanza perché pieni di lavoratori in nero. La tentazione è forte: non sarà che quei redditi sono così bassi perché nel settore turistico è particolarmente fiorente l’evasione? No, vogliamo pensare che siano solo poche mele marce.
Resta una domanda in cerca di risposta. A Cervia non mancano gli investimenti sostenuti dal Comune – quindi con soldi pubblici – in infrastrutture che incentivano il turismo. Ma se il settore non arricchisce i cittadini, saranno soldi spesi bene?