Il coraggio di Iannucci e di chi la candida a sindaca Seguici su Telegram e resta aggiornato Non era difficile prevederlo e infatti è puntualmente accaduto. L’annuncio della candidatura di Marisa Iannucci a sindaca di Ravenna per le forze di sinistra radicale ha dato la stura ai peggio commenti possibili e immaginabili sui social. Perché Iannucci indossa il velo e tanto basta per ricevere messaggi carichi di un odio che riesce a mescolare misoginia, islamofobia, xenofobia (e questo nonostante Iannucci sia italiana) in un mix micidiale. Poco importa che la docente e attivista sia nota per le sue posizioni femministe, laiche, politicamente coerenti con le istanze delle forze che la sostengono. La scelta di candidarsi da parte sua appare dunque innanzitutto come un atto di coraggio. Non è facile esporsi, tanto meno quando si è certi di essere bersaglio di tanto disprezzo. Nella sua candidatura c’è quindi una sfida profonda che chiama in causa la civiltà stessa che ci piace tanto pensare di rappresentare, da queste parti in Occidente. Al di là delle idee politiche, del posizionamento sempre più complesso nello scacchiere della politica odierna, una donna con il velo che si candida a guidare una città fa ancora scandalo e anche solo per questo è una scelta che va difesa. Nel momento in cui nel mondo guidato da Trump sembra essere diventato lecito dire qualsiasi cosa contro qualsiasi “minoranza” (intesa in senso di potere più che numerica), in cui il paradigma sembra essere tornato il maschio bianco, la sola immagine di Iannucci appare come un atto di resistenza a questo imbarbarimento. Brava lei, dunque, brave le forze che l’hanno candidata nonostante tutto, contro ogni logica di appeal anche rispetto al proprio elettorato. Perché è evidente che per una forza che si dice innanzitutto laica, che raccoglie o vuole raccogliere anche una orgogliosa forza anticlericale, farsi rappresentare da una persona che mostra pubblicamente la propria fede non è cosa scontata. E in un mondo meno avvelenato e incattivito, potrebbe anche essere motivo di un serio dibattito. Ma, appunto, serio. E al momento sembra che per la serietà non ci sia spazio. Candidare Iannucci è stata una scelta “vincente” per la sinistra radicale? Era la scelta migliore per raccogliere consensi? Può una donna che indossa il velo essere credibile come candidata di forze che si riconoscono ancora, almeno in parte, nel simbolo della falce e martello? Ecco, per tutto questo purtroppo non c’è spazio. Perché è imperativo innanzitutto difendere Iannucci e insieme difendere ciò che resta della dignità del dibattito politico. Per questo siamo certi che a brevissimo arriveranno parole di specchiata solidarietà da parte di tutti gli altri candidati, maschi e in alcuni casi dichiaratamente cattolici, sostenuti anche da forze che, a differenza di Iannucci, rivendicano il loro credo religioso come guida alle scelte politiche. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Che spettacolo la democrazia La foto di Ugolini sulla sedia vuota e la voglia di strafare dei politici Regionali, diteci che la campagna elettorale migliorerà... Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri editoriali