Dagli attesi stradelli fino alle buche delle strade: a Ravenna si può fare di più

Mucchi di sabbia, ruspe, strade chiuse. Il cantiere dei nuovi stradelli retrodunali è lì, ben visibile anche dal paese, per chi in queste settimane sia per qualche strano motivo passato da Marina di Ravenna. L’impressione è che i lavori non stiano procedendo in maniera molto spedita, per usare un eufemismo, ma sarei il primo a essere felice di essere smentito.

D’altronde, dopo le figuracce che il Comune di Ravenna ha collezionato in questi anni nell’ambito dei lavori pubblici e dei progetti urbanistici (nell’ultimo numero del giornale parliamo tra l’altro del Pug, rivoluzionario piano urbanistico che pare essere, ma guarda un po’, in ritardo…), non credo si possa davvero permettere di arrivare lungo anche con il Parco Marittimo. Grande progetto della (scorsa) legislatura (insieme al palazzetto, se vogliamo parlarne…), il cui primo stralcio dovrebbero essere terminato in primavera. In tempo per la stagione balneare. Senza magari mettere troppo in difcoltà i bagnìni che si stanno già attrezzando per riaprire per Pasqua, che quest’anno è in calendario già a inizio aprile. La speranza è che non si arrivi a un’altra soluzione “tampone”, chiamiamola così, come nel caso dei mitologici ufci del Comune di via Berlinguer, per esempio, con strutture (lasciando perdere i giudizi estetici) sicuramente all’avanguardia e fin quasi da grande città europea lasciate però desolatamente aprire tra l’imbarazzo, ma soprattutto erbacce e impalcature, desolazione e un senso di incompiutezza. Non un gran biglietto da visita per l’Anagrafe di un Comune, che d’altronde in questi mesi sta mettendo in mostra il meglio di sé già a partire dalle strade, con buche (quando non voragini) che la combinazione maltempo-mezzi pesanti-cantieri-deviazioni hanno fatto comparire un po’ in tutte le strade di Ravenna, non solo al porto. Strade che avrebbero bisogno davvero di una manutenzione più profonda, che vada oltre i soliti tappabuchi di asfalto realizzati in poche ore.

L’impressione, in definitiva (e mi sforzo di non fare l’ennesimo elenco dei progetti in ritardo, abortiti o modificati) è quella di un Comune che non sia stato in grado in questi anni di sviluppare un piano concreto ed efficace di lavori pubblici e di sviluppo urbanistico del territorio, limitandosi a respingere al mittente le accuse di eccessiva cementificazione o di lasciar aprire troppi supermercati ricordando come la colpa sia dei vecchi piani urbanistici. Senza nel frattempo riuscire però ad approvarne uno nuovo. Visto lo stallo del Pug, chissà che non possa continuare a essere una buona scusa anche per il prossimo centro commerciale…

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