Lavori pubblici, quanto è difficile prendere impegni sui tempi

Andrea AlberiziaSi sa quando si comincia, vattelapesca quando si finirà. Si può dire senza timori di smentita che sia questo il tratto comune delle movenze dell’amministrazione pubblica quando si tratta di cantieri e infrastrutture. Vale in generale per tutte le latitudini d’Italia e Ravenna non fa eccezione. C’è solo l’imbarazzo della scelta per gli esempi. Prendiamo quello di più stringente attualità, Classis: a dicembre inaugura il museo nell’ex zuccherificio di Classe, sedici anni dopo la posa della prima pietra.

Questo si porta appresso un paradosso: le lungaggini sono talmente dilatate che chi governa è messo di fronte a percorsi cominciati da altri amministratori in altre epoche con altri scenari socio-economici. Ma ormai l’iter delle autorizzazioni ha svalicato i punti di non ritorno e fermare tutto avrebbe dei costi talmente elevati per penali e ricorsi e allora si preferisce turarsi il naso e avallare. E davanti a chi si lamenta viene gioco facile allargare le braccia: eh, non potevamo fare diversamente, era già tutto deciso (anche se si potrebbe far notare che “gli altri” vengono dalla stessa parte politica da almeno 60 anni e non sono proprio avversari estranei…).

Di recente è accaduto con l’ampliamento del parco commerciale Teodora nell’area tra viale Europa e via Canale Molinetto. Chi aveva deciso intanto è in altri lidi e così nessuno risponde di niente.
Allora succede che certe inaugurazioni vengano evitate come la peste. Ricordate forse qualcuno a tagliare il nastro di piazza Kennedy? No, nessuno. Cantiere cominciato sotto la giunta Matteucci e concluso all’inizio della giunta De Pascale, impiegando in totale il doppio del tempo previsto. E chi ce la metteva la faccia per farsi insultare?

La conseguenza è che solo pochi impavidi eroi pubblici si spingono a fare previsioni sui tempi. Cosa che non hanno ancora fatto in Regione a proposito della riapertura della Ravegnana dopo il crollo della diga di San Bartolo. Va bene la cautela, doverosa, ma possibile che una voce ufficiale non sia in grado di fare una stima realistica? Almeno per rispetto di chi usa quella statale e vuole sapere per quanto durerà l’odissea. Poi ti viene in mente che nel 2019 ci saranno le elezioni regionali.

In questo scenario l’unica eccezione pare sia il nuovo palazzetto dello sport. La giunta comunale ha annunciato l’inizio lavori nel prossimo ottobre e la fine per marzo 2021 perché bisogna stare nella finestra di tempo che corre tra due edizioni dell’Omc. La morale sembra questa: se di mezzo c’è il rischio di fare figuracce con i petrolieri che potrebbero traslocare facilmente verso gli altri lidi che li corteggiano – e quindi si rischia di perdere soldi e prestigio – allora si può anche prendere l’impegno per i tempi. E stai a vedere che magari si potranno pure rispettare.

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