Le sfide del 2020, sognando il Museo della lingua italiana…

Come ogni inizio di anno è inevitabile guardare avanti ai prossimi mesi, all’agenda, alle cose che ci attendono. È quello che abbiamo provato a fare nel primo numero del nostro settimanale cartaceo, che troverete quindi un po’ diverso dal solito (a questo link si può sfogliarlo on line). Si tratta di un numero infatti quasi tutto dedicato alle scadenze in arrivo.

Innanzitutto, quelle della politica che potrebbero forse come mai prima segnare un punto di svolta storica per il territorio. Il 26 gennaio infatti si vota per la Regione e la vittoria del candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini, per una volta, è tutto fuorché scontata. Del resto in regione da tempo i voti si stanno spostando sulla Lega, ormai primo partito in molte aree. E a seguire, per il territorio ravennate, arriverà un’altra sfida complessa, quella per la città di Faenza, secondo comune della provincia, tra le capitali mondiali della ceramica, che già cinque anni fa mostrò segni di profonda insofferenza veso il governo di centrosinistra: Malpezzi fu riconfermato per una manciata di voti. Ora per il centrosinistra si tratta di trovare anche il suo candidato successore, non proprio una passeggiata. E poi, in questo 2020, è facile immaginare che si disegni anche gran parte del risultato per le amministrative del 2021 di Ravenna, visto che sarà l’anno in cui dovranno vedersi segni tangibili dei tanti progetti messi in campo e annunciati dall’attuale amministrazione e attesi da decenni, due su tutti, naturalmente: il progetto per l’escavo dei fondali del porto e la riqualificazione della Darsena, almeno in parte.

Accanto alla conclusione di lavori attesi da tempo, c’è poi la grande sfida del futuro prossimo, ossia le celebrazioni per il Sommo Poeta. L’anno clou in questo caso sarà il 2021, ma gli eventi inizieranno già a settembre 2020 e la città dovrà farsi trovare pronta, dopo tante polemiche, sotto diversi punti di vista. Dovranno essere realizzati i lavori (peraltro poco impattanti) al Museo Dantesco per il riallestimento e dovrà essere ridisegnata piazza Caduti. Ravenna accolse il grande poeta e deve oggi dimostrarsi all’altezza di quel curioso destino che le toccò in sorte sette secoli fa e che ha cambiato, per certi versi, la sua storia.

E in un’ottica della città letteraria, sarà interessante scoprire il museo dedicato a Byron che qui ha vissuto due anni. E magari chissà, tra poeti e letterati, tra musei fatti più di idee che di reperti, che qui non possa un giorno prendere corpo anche quel “Museo della lingua italiana” immaginato da Giuseppe Antonelli, curatore della mostra dedicata al Sommo in arrivo al Mar. Non sarebbe questa un’impresa degna della città che diede l’ultimo rifugio a Dante e che oggi vanta la magnifica biblioteca Classense?

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