Prima la casa (o un dormitorio)

In pochi mesi di attività, il progetto Housing First, gestito dal consorzio Solco, ha dato una casa a dieci persone che una casa non ce l’avevano più. Persone che ora convivono in quattro appartamenti trovati sul mercato libero, per cui il consorzio garantisce l’affitto. Ora se ne cercano altri sei, di appartamenti, per cercare di dare un tetto in totale a una quarantina di persone dalla provenienza più disparata. Da queste colonne quindi innanzitutto non può che partire un appello indirizzato a chi ha un appartamento sfitto a valutare la possibilità di metterlo a disposizione – a fronte naturalmente, come detto, della garanzia del pagamento dell’affitto e anche della corretta manutenzione – di un progetto fortemente auspicato (sulla base dell’esperienza dell’associazione Piazza Grande a Bologna) dai tanti che si occupano dell’emergenza casa in città e meritoriamente – va detto – messo in campo dal Comune di Ravenna. Che in questi anni si è trovato ad affrontare un’emergenza nuova, riuscendo solo in parte a farvi fronte (basti ricordare come in passato siano state divise diverse famiglie al momento dello sfratto e si continui tuttora a proporre a nuclei con bambini una camera d’albergo come alternativa allo sfratto). Tuttora, nonostante sia stato aperto un albergo sociale (che ospita però solo donne e bambini) e abbia sostanzialmente funzionato il Piano Freddo per ospitare i senzatetto nel periodo invernale, ci sono persone (richiedenti asilo ma anche italiani) che dormono in strada e altre che anche solo per poche settimane dovranno far fronte alla chiusura estiva del dormitorio privato della città (con tanto di mensa e doccia). L’altro appello che ci sentiamo di fare, in questo caso alla nuova amministrazione, è quindi quello già partito dalla rete dei volontari che continuano a monitorare l’emergenza in città (e si è attivata concretamente con raccolte fondi e mettendo a disposizione, quando possibile, abitazioni di privati), sulla necessità di realizzare un dormitorio pubblico a Ravenna adeguato alle nuove esigenze. E in ultimo la speranza è che con il ritorno dei Servizi Sociali nell’ambito del Comune, come annunciato dal sindaco, si possa cercare di essere davvero più vicino ai cittadini e magari di seguirli anche prima che arrivi lo sfratto per avere a disposizione un’alternativa dignitosa, in particolare se ci sono dei minori coinvolti.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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