Quello che ci avevano promesso sul turismo a Ravenna

A quasi metà mandato, una domanda sorge spontanea: davvero la giunta guidata da Michele de Pascale ha cambiato passo sul turismo, tema sbandierato in campagna elettorale come fondamentale per la futura azione di governo?
Di certo scorporare per la prima volta la delega da altre più ingombranti e affidarla un giovane assessore (con cui nei prossimi numeri del giornale cercheremo di fare un bilancio complessivo) che già se ne occupava in maniera tangenziale in Confesercenti, ha fatto sì che qualcosa sia cambiato nel modo perlomeno di coinvolgere gli operatori e di valorizzare lo strumento web, cercando di intercettare flussi di turisti sulla base delle statistiche.
A favore dell’Amministrazione ci sono anche i dati molto positivi registrati nel 2017, superiori alla media regionale ma certo favoriti dalla tendenza generale, come si è affrettata a commentare l’opposizione. E così allo stesso modo ora che i dati sono tornati a essere negativi sui lidi (in attesa però di quelli fondamentali di agosto) sarebbe meglio non imputare troppe colpe al Comune, che potrebbe comunque sventolare gli ottimi risultati (almeno secondo l’Istat) che continua a registrare la città d’arte.

Inevitabile però un commento sui lidi, al centro anche del discusso bando sullo studio della loro reputazione affidato a imprenditori “amici” (come ha contestato sempre l’opposizione), anche alla luce di alcune dichiarazioni rilasciate dall’assessore regionale Andrea Corsini sulla loro mancanza di identità (viene poi legittimo domandarsi cosa abbia fatto per tentare di risolvere il problema lo stesso Corsini nei suoi anni da assessore al Turismo a Ravenna).
È vero però che i lidi, in questi due anni, non sono stati valorizzati dal Comune (a parte qualche evento in più e un’ordinanza balneare più snella ma che non ha rivoluzionato alcunché), che ora pare abbia però un piano per il triennio 2018-2021. Aspetteremo, ma i lidi hanno bisogno di interventi urbanistici forti, come peraltro promessi in campagna elettorale, al momento solo ventilati.

Avrebbero bisogno di idee concrete per favorire la destagionalizzazione (il mare d’inverno ormai da queste parti è quasi una barzelletta) e naturalmente di nuovi investimenti nel comparto alberghiero, che l’Amministrazione (in collaborazione più che altro con la Regione) deve cercare di favorire. Tanto che pare ancora di sentirla, l’idea di De Pascale su un nuovo albergo al posto del Palazzo della Provincia. Tramontata (ora se ne parla al posto dell’ex caserma) così come pare quella del beach stadium che avrebbe dovuto dare un nuovo volto a Marina.

E andando a rivedere i dieci punti promessi dal sindaco alle imprese turistiche in campagna elettorale siamo ancora in attesa anche della Dmo (una società di promo-commercializzazione pubblico/privato con esperti internazionali), di nuovi collegamenti, del progetto sul turismo ambientale o della nuova fondazione unica per la gestione dei monumenti.
A risentirci tra due anni e mezzo…

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