Il cadavere del 44enne caduto nel Reno a Sant’Alberto ritrovato alla foce del fiume

Dieci giorni fa Cristiano Fini era su una canoa e stava aiutando il gestore usando una scopa come remo. Poi si è ribaltato

Il corpo senza vita del 44enne ravennate Cristiano Fini è stato ritrovato questa mattina, 19 febbraio, a Bellocchio, sulla spiaggia nei pressi della foce del Reno, il fiume in cui l’uomo era caduto il 10 febbraio all’altezza del traghetto di Sant’Alberto proprio mentre a bordo di una canoa stava aiutando il gestore per alcuni lavori di manutenzione.

L’incidente è avvenuto attorno alle 16, mentre lo storico traghettatore di Sant’Alberto, Orlando Rambelli, stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione al traghetto che in questo periodo è chiuso e non presta servizio. Fini, che collaborava in maniera saltuaria con Rambelli, avrebbe deciso di dare una mano all’amico – che si trovava a bordo del traghetto, non funzionante – cercando di passargli alcuni cavi. Per farlo è salito a bordo di una canoa, nonostante Rambelli gliel’avesso sconsigliato. «Salgo sui cavalli – avrebbe detto il 44enne al traghettatore, essendo anche un addestratore di equini – figurati se non riesco a salire su una canoa». La corrente del fiume lo ha però allontanato in fretta, in pochi secondi si è trovato a una ventina di metri dal traghetto. Per cercare di tornare sulla terra ferma (avendo come remo solo una scopa), Fini si sarebbe sporto per afferrare alcuni rami, finendo però per ribaltarsi. Rambelli, impotente sul traghetto in panne, non ha potuto fare altro che osservarlo mentre veniva inghiottito dal fiume. E avendo dimenticato il cellulare in auto, il traghettatore è stato costretto a gridare per almeno mezz’ora prima che alcuni ragazzi lo sentissero, allertando i soccorsi.

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