mercoledì
02 Luglio 2025
la testimonianza

Un tè nello studio di Stephen Hawking «Nei suoi occhi ho visto l’universo»

La scrittrice Mirella Santamato ricevuta dal grande matematico inglese «Gli ho letto le mie poesie, ha apprezzato. E gli ho lasciato un regalo»

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Affetta sin da piccolissima da una forma di poliomielite che le ha paralizzato parte dei muscoli del corpo, la ravennate (d’adozione) Mirella Santamato si è affermata ugualmente nella vita come scrittrice, poetessa, giornalista, oltre che come madre di due figlie. Ha collaborato con vari settimanali e mensili a diffusione nazionale, ha vinto premi di poesia, ha partecipato a programmi Rai e Mediaset e grazie alla sua bellezza ha anche posato come modella. In questi giorni ha potuto coronare un altro sogno, quello di incontrare il celebre matematico e astrofisico britannico Stephen Hawking, la cui vita è finita da poco anche sul grande schermo grazie al film “La teoria del tutto”, con il quale Eddie Redmayne ha vinto anche il premio Oscar per la sua interpretazione di Hawking.

Grazie ad alcuni amici scienziati, Mirella Santamato è riuscita così non solo a incontrare, ma a farsi direttamente ricevere nel suo studio da quello che lei definisce «il più grande genio oggi vivente».

Ecco la cronistoria della sua giornata, che riceviamo e volentieri pubblichiamo in maniera integrale.

«Tutti sanno che prendere il tè alle cinque in punto è una delle tradizioni inglesi più rispettate in tutto il Regno Unito, ma prendere un tè, alle cinque in punto, nello studio privato del più grande genio oggi vivente sul pianeta, non è una cosa che capita tutti i giorni. Io ho avuto il privilegio e la fortuna di farlo e credo che questo incontro abbia cambiato la mia vita… in meglio, naturalmente! Stephen Hawking ha rifiutato incontri con personaggi famosi, Re e Regine, Capi di Stato e di Governi, e premi Nobel, ma ha concesso a me, incredibilmente, un’ora del suo tempo prezioso per ascoltare la mia storia. Non sembri poco la durata di un’ora per una persona che deve usare il respiratore meccanico e che, per esprimersi, deve utilizzare un lento sintetizzatore vocale, che lui gestisce faticosamente strizzando l’occhio destro, con un movimento impercettibile della palpebra e del sopracciglio. Già questo fatto farebbe pensare ad un miracolo, ma il vero miracolo è un altro: la piena padronanza di sé e della propria mente. Lui governa se stesso e tutto ciò che lo circonda con una presenza di spirito assoluto e una libertà di espressione di tale intelligenza, da non sembrare neanche umano. Credo che sia uno dei pochi uomini che è riuscito a trascendere la materia di una fisicità così compromessa, per elevarsi a dominare tutto lo scibile dell’universo».

«Nel suo studio sono appesi quadri molto buffi e significativi di una vita spesa per la scienza e per capire la vita, in tutte le sue sfumature, dalle più divertenti alle più profonde. Di fronte all’entrata è appeso un grande quadro che lo ritrae sorridente (sicuramente una foto di parecchi anni fa, perché ora la sua bocca non si può più contrarre) tra due persone mascherate una da Albert Einstein e l’altra da Isaac Newton. Non a caso, lui ricopre oggi proprio la cattedra una volta tenuta da Newton presso l’università di Cambridge. Data l’ora dell’appuntamento, sulla scrivania troneggiavano due tazzine di finissima porcellana di Limoges , comprensive di lattiera e di un elegantissimo piattino con dei biscottini molto invoglianti. Però Il Prof. Hawking non sempre offre il tè ai suoi ospiti. A volte, se le persone non gli sono gradite, le liquida in dieci minuti, senza offrire nulla. La sua simpatica e gentile segretaria, Jeanna, gli è sempre vicino per accudirlo in tutto quello che gli necessita, ma durante il nostro colloquio anche lei mi è sembrata rilassata e a proprio agio. Ho parlato a lungo di me, della mia esperienza della malattia, dei miei studi e dei miei scritti. Gli ho letto due delle mie poesie in inglese che credo lui abbia apprezzato, visto che ha chiesto di ripetergliele, perché voleva ancora risentirle».

«Mia figlia aveva confezionato proprio per lui un plico con carta fatta a mano e cucita con filo speciale, con tanto di ceralacca e nastri per chiuderla con un fiocco, con dentro uno dei miei libri e la sua traduzione in inglese, le foto che mi ritraevano quando facevo la fotomodella e un foglio con una breve biografia. La segretaria mi ha detto che lui tiene molto ai regali creati appositamente per lui e che tiene un archivio dei tanti omaggi che ha ricevuto da tutte le parti del mondo. Il mio plico sarà, quindi, conservato tra questi».

«Ho guardato negli occhi quest’ uomo straordinario e ho avuto la sensazione di guardare l’universo, forse perché i suoi occhi, unica parte funzionante del suo corpo fisico, hanno guardato molto più a lungo le stelle e le galassie che le banalità della vita quotidiana. Allora ti accorgi quanto lo spirito possa trasformare anche la peggiore delle realtà possibili e ti rendi conto che è la forza della mente a decretare la qualità della nostra vita. Sicuramente Stephen Hawking ha dedicato gran parte della sua vita alla ricerca della “teoria del tutto” (come il titolo del film a lui dedicato del quale ha il poster appeso in studio, ndr), ma ciò che fa di lui un essere umano straordinario è il fatto che lui, indipendentemente dalla scienza, ha davvero capito… tutto!»

Mirella Santamato

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