Mense scolastiche: ecco il maxi appalto Sul piatto 55 milioni di euro in 9 anni

Il contratto della Camst scade il 30 giugno: ogni giorno bisogna mettere a tavola circa 6.500 pasti in ottanta scuole del comune

Ci sono da mettere in tavola ogni giorno circa 6.500 pasti in ottanta scuole, dai nidi fino alle medie, per dieci mesi all’anno che fanno un totale di 1,17 milioni di pasti annui: è il servizio di ristorazione scolastica nel comune di Ravenna per cui la pubblica amministrazione, in prossimità della scadenza dell’appalto in corso (affidato alla cooperativa Camst fino al 30 giugno), sta cercando il prossimo fornitore allestendo un bando da circa 6,4 milioni di euro all’anno per sei anni (a partire dall’1 settembre 2016) per un totale di 37 milioni. Che potrebbero diventare 55 qualora Palazzo Merlato decidesse di avvalersi della facoltà di prorogare il contratto per ulteriori tre anni portando la scadenza a giugno 2025.

Già archiviato il passaggio in commissione consiliare, da domani (martedì 22 dicembre) se ne parlerà in consiglio comunale, che sarà chiamato ad approvare la delibera che fissa i paletti per la gara pubblica.

Oggi il panorama delle scuole interessate conteggia 10 nidi comunali, 22 materne comunali e 13 statali, 30 elementari e 5 medie: i pasti vengono preparati in 43 cucine e poi distribuiti su tutta la rete.

Cosa è richiesto al fornitore per aggiudicarsi il servizio? La fornitura degli arredi per le cucine; le attrezzature e i beni di consumo; la prenotazione giornaliera dei pasti con procedura informatizzata; l’acquisto delle derrate alimentari; la presenza di una dietista che curi i menù per garantire un equilibrato apporto nutrizionale e un buon gradimento; il trasporto dei pasti dalle cucine alle tavole entro 90 minuti; apparecchiatura, porzionamento, distribuzione, riordino e pulizia; manutenzione ordinaria dei locali; un centro di produzione per le emergenze; esperienza nel settore; l’utilizzo di carni italiane; la promozione della dieta mediterranea con prodotti biologici, di filiera corta e il divieto di Ogm; l’utilizzo di acqua di rete; un consumo maggiore di verdura; combattere gli sprechi alimentari e promuovere la sostenibilità ambientale.

Il servizio verrà affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa all’offerente che avrà ottenuto il punteggio complessivo più alto (su 100) dalla somma dei punteggi attribuiti ai parametri tecnico-qualitativi (70/100) e al prezzo (30/100).

La base d’asta è di 5,12 euro a pasto e di 5.934 euro come canone mensile per la manutenzione ordinaria dei locali. Il Comune ha deteminato che la base d’asta del pasto sia così suddivisa: 45 percento per il costo del lavoro, 33 percento per le derrate alimentari, 14 percento per i costi generali, 3 percento per prodotti non alimentari e 5 percento di utili.

Ma chi è la cooperativa al centro del dibattito, a cui è affidata la ristorazione scolastica a Ravenna? Nata a Bologna nel giugno del 1945, la Camst è presente sul territorio ravennate da quarant’anni. Oggi, nella sola Ravenna, conta 560 lavoratori, di cui oltre il 70 percento soci della cooperativa (in totale ha 12mila dipendenti e un fatturato di 500 milioni di euro). La storia ravennate comincia nel 1976, con l’apertura della prima cucina centralizzata che preparava pasti per i lavoratori delle aziende. Nel 1979 apre poi “La Cucinona”, il primo ristorante self-service della città. Negli anni ’80 e ’90 continuano gli investimenti con l’apertura di nuovi self-service a marchio Tavolamica nelle zone industriali (Bassette, Fornace Zarattini) e del self-service Magnosfera al centro commerciale Esp. Nel 1991 apre il Bizantino al mercato coperto. Oggi eroga 1,5 milioni di pasti l’anno a scuole e strutture socio-sanitarie-assistenziali, impiegando circa 120 lavoratori.

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