«Appalti al ribasso pesano sui lavoratori Anche il caso Copura-Ausl lo conferma»

Solidarietà di Sutter (Ric) ai 18 in sciopero per le condizioni di assunzione dalla coop che ha vinto la gara per il trasporto sangue

«Ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di una gara d’appalto di un servizio pubblico pensata principalmente per ottenere un risparmio e le scelte del committente si scaricano pesantemente sui lavoratori». La consigliera comunale Raffaella Sutter (Ravenna in Comune) esprime solidarietà ai lavoratori del trasporto sangue che saranno in sciopero lunedì 6 febbraio: «Le tre sigle di categoria Filcams, Fisascat e Uiltrasporti hanno rilevato la scorrettezza di Copura che ha vinto l’appalto per il comprensorio ravennate dell’Ausl Romagna e che è imputabile di modalità di assunzione dei lavoratori non permessa dal codice degli appalti: modifica del tipo di contratto, forte riduzione del montante salariale e contributivo».

Sutter ricorda che per ritrovarsi conseguenze distorte non è necessario che la gara sia al massimo ribasso: «In questo caso prevedeva una selezione sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Una riduzione della base d’asta del servizio messo a bando e modalità di assegnazione dello stesso provocano una forte competizione economica al ribasso».

Infine l’attenzione dell’ex candidata sindaca con una lista che riuniva diverse formazione di sinistra, pone l’attenzione sul ruolo della committenza: «Credo sia importante che il sindacato apra un tavolo di confronto complessivo sulle condizioni degli appalti con l’Asul Romagna e non solo. Anche col Comune di Ravenna per definire un protocollo d’intesa in materia di appalti che garantisca trasparenza, legalità e dignità del lavoro. È necessario riportare al centro del dibattito la responsabilità della committenza».

Gli appalti e la loro regolamentazione sono anche al centro dei quesiti referendari promossi di Cgil: «Il caso Copura rende evidente l’importanza del quesito approvato dalla Corte Costituzionale sul tema degli appalti, che chiede di abolire l’articolo 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003, cioè chiede il ripristino della responsabilità dell’azienda appaltatrice, oltre che di quella che vince l’appalto, norma cancellata dalla legge Biagi e dalle successive modifiche della legge Fornero».

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