Dalla Regione un milione per micro aree per nomadi: anche un progetto faentino

Per arrivare alla chiusura dei grandi campi l’Emilia Romagna finanzia sette progetti presentati da amministrazioni locali

C’è anche il progetto presentato dall’Unione dei Comune della Romagna Faentina tra i sette finanziati dalla Regione Emilia Romagna con un investimento da un milione di euro che vuole superare i campi nomadi di grandi dimensioni a favore di microaree pubbliche e private, queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano, o agevolare la scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti). Gli altri progetti sono stati presentati dai Comuni di Modena, Carpi, Camposanto, Bologna, Casalecchio di Reno e Rimini.

I progetti presentati dai Comuni e dalle Unioni riguardano la realizzazione di micro-aree familiari pubbliche, anche attraverso l’acquisto di terreni nell’ambito del territorio comunale, o interventi volti all’adeguamento delle microaree già esistenti: per queste azioni la Regione ha messo a disposizione 700mila euro in conto capitale. Altri 300mila euro sono invece previsti per gli interventi in spesa corrente quali il supporto economico per l’accesso o la gestione delle nuove soluzioni abitative, la mediazione sociale e dei conflitti, forme di sostegno sociale ed educativo dei nuclei familiari Rom e Sinti interessati dalle transizioni (ad esempio la scolarizzazione, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo).
 Ogni progetto ammesso a contributo viene finanziato per l’80% del costo complessivo, con un limite di 250mila euro per gli interventi in conto capitale e di 70 mila euro per gli interventi di spesa corrente.

Il bando approvato dalla giunta attua la legge regionale sull’inclusione sociale di Rom e Sinti (11/2015): «Come avevamo deciso a inizio mandato, con questo ultimo finanziamento regionale, legato alla legge sui Rom e Sinti abbiamo inteso promuovere il superamento dei grandi campi e, laddove possibile, il trasferimento di queste comunità in aree molto piccole oppure in abitazioni, così come alcuni comuni hanno già cominciato a fare», commenta la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini. Che auspica «di diminuire le tensioni e il degrado che spesso si accompagnano ai grandi campi e di favorire situazioni di abitazione gestibili, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono interamente nelle mani degli abitanti».

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