Lo spettacolo scritto e interpretato da donne vittime di violenza: «Non siete sole»

Ne parla la mediatrice familiare e presidente dell’associazione Ditutticolori. Il testo, nato dalle autobiografie, affronta anche il tema della violenza assistita

Presentazione Fotografica Libera Te 12Saranno sul palco per due repliche l’otto marzo (la prima riservata gli studenti al mattino e la seconda la sera per tutti, alle 20.30) al Rasi e poi domenica 11 alla sera in teatro a Conselice, eppure non sono attrici professioniste e quella che portano in scena è una sceneggiatura che parte dalla loro autobiografia. Sono le donne del progetto LiberaTe che hanno un messaggio molto preciso da diffondere: dopo la violenza si può tornare a vivere, a scoprire le proprie risorse, dopo il buio può esserci la luce.

Floro FloresGabriella Floro Flores è la counsellor e mediatrice familiare che ha organizzato due anni fa un percorso rivolto alle vittime di violenza dopo aver dato vita, nel 2016, all’associazione culturale Ditutticolori. «Si sono avvicinate donne – racconta – di età molto diversa e di diverse provenienze. A loro ho chiesto di scrivere le proprie storie e da quei materiali è stato tratta una vera e propria sceneggiatura (curata da Rossella Floro Forles, sorella di Gabriella e scrittrice, ndr)». Ogni volta che l’hanno portata in scena la reazione non si è fatta attendere: «Tante donne ci hanno contattato, si sono avvicinate all’associazione. E per noi è una grande soddisfazione – racconta ancora Floro Flores – perché l’altro obiettivo fondamentale per noi è dire a queste donne: “non siete sole, uscirne si può”». Perché spesso è la solitudine forzata mista a un ingiustificato senso di colpa a costituire la barriera più difficile per uscire dalla violenza. «Gli strumenti ci sono – continua la presidente di Ditutticolori – esistono i centri antiviolenza e le istituzioni…».  Certo, in questi giorni, dopo Latina, dopo tutte le sottovalutazioni che hanno fatto sì che un carabiniere sparasse alla moglie e amazzasse le figlie prima di uccidersi, chiedersi se e quanto le istituzioni sono presenti davvero è quasi d’obbligo. «È vero, la legislazione vigente è insufficiente, ho lavorato per anni in un centro antiviolenza e ho visto tante volte le donne denunciare inutilmente. Anche in questa campagna elettorale il tema non è stato praticamente affrontato da nessuno…».

Ma il messaggio che lo spettacolo LiberaTe vuole lanciare è qualcosa che va oltre la denuncia, guarda alla ricostruzione del sé dopo la violenza, guarda al futuro possibile. E pensando al futuro, si rivolge a un pubblico di studenti e studentesse, a parlare (anche) di violenza assistita. Con la certezza, ci dice la counsellor, che tra quei ragazzi ci sia qualcuno che vive in casa quella situazione. «Purtroppo la violenza domestica è molto più diffusa di quanto non si creda, anche se noi parliamo pure di altri tipi di violenza, come lo stalking o il mobbing sul lavoro, è vero che la grande maggioranza delle violenze subite dalle donne avvengono in casa. Quando entro nelle scuole la prima cosa che dico è che non ci può essere amore se c’è violenza. L’amore non può far male. Non posso pensare a trasmissioni come “Amore crimininale” (di recente oggetto di segnalazioni e proteste proprio da chi si occupa di violenze sulle donne, ndr) perché mi chiedo: cosa c’entrano queste due parole insieme? Se è criminale, non è amore…».

E così il percorso dell’associazione continua perché, lo dicono ahimé le notizie quasi quotidiane, il problema è più attuale che mai e già a fine marzo prenderà via un nuovo corso di autostima per altre donne (per info 3398350027 o www.ditutticolori.com) mentre lo spettacolo andrà presto a Fano e Salerno. «Fosse per noi girerebbe anche di più, ma siamo un’associazione e non abbiamo fondi. Il Comune di Ravenna ci ha aiutato tantissimo (ci saranno infatti il sindaco e l’assessore Bakkali alle repliche dell’8, ndr), ma non abbiamo risorse per portarlo in giro». Servirebbe forse un mecenate privato? «Ah, magari, ma sa, questi temi non sono poi così popolari e quindi si può contare di fatto solo sulle istituzioni pubbliche». Intanto, l’associazione si autofinanzia per esempio con il biglietto di ingresso allo spettacolo di 10 euro.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24