Allo stadio niente birra. «Succede solo (o quasi) a Ravenna, perché?»

Con il ritorno del calcio di serie C, torna il caso delle misure di sicurezza ritenute da molti eccessive. Gli Ultras: «Così si allontana la gente…»

Ultras RavennaTornano a distanza di un anno (da quando cioè la squadra di calcio della città è tornata a giocare tra i professionisti, in serie C) le polemiche legate alle misure di sicurezza da adottare nei giorni in cui il Ravenna gioca in casa allo stadio Benelli. Misure considerate dai tifosi (ma anche da molti ravennati, coinvolti per esempio anche solo dalle modifiche alla viabilità) troppo stringenti.

In particolare a far discutere è il divieto totale di vendita e consumo di alcol da due ore prima e fino a un’ora dopo la partita, come prevede un’ordinanza del Comune emanata «su richiesta della questura». La conseguenza è, come evidente, che non è possibile neppure bere una birra allo stadio, mentre si guarda la partita, come invece si può fare nella maggior parte degli stadi italiani.

Ad alzare nuovamente la voce (dopo che l’anno scorso, rivelano, avevano ricevuto rassicurazioni poi però evidentemente cadute nel nulla) è il gruppo organizzato dei tifosi più caldi, quelli della curva Mero, gli Ultras Ravenna 1994.

«Un anno fa – scrivono su Facebook – esattamente nello stesso periodo ad agosto, pubblicavamo un comunicato inerente a tematiche di ordine pubblico: divieto di vendita e consumo di alcoolici, strade chiuse e pesanti modifiche alla viabilità cittadina, controlli per l’ingresso allo stadio che sfiorano il ridicolo. Nonostante le tante rassicurazioni ricevute, la situazione non solo è la medesima, ma addirittura è peggiorata. Qualcuno dovrebbe prendersi la briga di spiegarci il perché, dato che non solo nulla è successo al Benelli in questo ultimo anno, ma addirittura bisogna passare il decennio per trovare traccia nella cronaca cittadina di disordini in zona stadio. Presumiamo che le scuse siano sempre le medesime: cambio di dirigenti, cambio del Prefetto, personale delle forze dell’ordine diverso ad ogni partita eccetera. Francamente – continuano gli Ultras – siamo stufi di ricevere sempre le stesse risposte e di vivere lo stadio in questa maniera: in primis vorremmo fosse un luogo di aggregazione, dove tutti i cittadini ravennati e i tifosi giallorossi possano sentirsi a casa e non in un inferno. In questa maniera non solo non si riavvicina la cittadinanza alla squadra della propria città, ma si allontana!
Capiamo bene quanto possa contare il nostro parere per l’opinione pubblica e proprio per questo motivo vogliamo porre l’accento su alcune questioni che riguardano tutti: la cittadinanza, in particolare il quartiere che ospita l’impianto, vivono gli appuntamenti casalinghi della squadra come un incubo a causa delle restrizioni sulla viabilità; i tifosi sono costretti a districarsi tra i cervellotici percorsi disegnati dagli addetti e per trovare un parcheggio a volte anche a migliaia di metri di distanza quando invece il Benelli di parcheggi ne avrebbe diversi previsti per ogni settore; senza contare poi che gli esercenti hanno un notevole danno economico a causa della demenziale norma anti-alcool: che male può fare una birra sugli spalti con i propri amici? Ci domandiamo inoltre in quale altra città d’Italia, d’Europa e forse del mondo intero sia prevista una ordinanza simile per delle partite di calcio… Effettivamente un precedente l’abbiamo trovato: Lecce.  Qui però un esercente che non voleva farsi mettere i piedi in testa, è andato fino in fondo arrivando al Consiglio di Stato che gli ha dato ragione: il principio fissato nell’ordinanza cautelare 03/07/2009 n. 3511 rende illegittima in relazione agli artt. 5 della legge 287/1991 e 54 del d.lgs. 267/2000, un’ordinanza sindacale con la quale è stato disposto il divieto di vendita di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione all’interno dello stadio comunale durante le partite di calcio. Questo perché – secondo gli Ultras – la legge in materia è chiarissima: dispone il divieto assoluto di vendita di bevande con gradazione alcolica superiore al 21% all’interno degli impianti sportivi ma consente anche la vendita delle bevande con un contenuto alcolico inferiore al 21%, salvo poi consentire al Sindaco di vietarne la somministrazione in via del tutto temporanea ed eccezionale; appunto, peccato che siano già due anni che si ripropongono le stesse ordinanze che a questo punto non hanno più nulla di temporaneo ed eccezionale, anzi sono state “rinforzate” inserendo nel divieto non solo le partite di campionato come anno scorso, ma anche amichevoli e partite di coppa.
Speriamo vivamente che questo appello possa aprire gli occhi al nostro Club, il Ravenna Fc, per poter finalmente andare a discutere nelle sedi appropriate e far valere le ragioni dei propri tifosi per ottenere non l’impossibile, ma la medesima situazione che accade in ogni altra città d’Italia ossia chiedere “il normale”».

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