A quasi 50 anni lascia il posto fisso per fare il falegname

Danilo Maniscalco ha aperto la partita Iva dopo vent’anni come tecnico teatrale: «E le richieste già non mancano»

Danilo ManiscalcoA quasi 50 anni ha deciso di cambiare vita, lasciando il “posto fisso” per inseguire la propria passione. Passione, oltretutto, d’altri tempi: la falegnameria.

Proprio in questi giorni è al lavoro per aprire la sua prima partita Iva, poi sarà a tutti gli effetti un artigiano. Con già la fila di richieste, peraltro, frutto del passaparola tra amici.

Danilo Maniscalco fino a poche settimane fa era un tecnico teatrale, macchinista e scenotecnico per più di vent’anni con Ravenna Teatro. «Con loro il rapporto è rimasto ottimo – ci racconta al telefono –, hanno affrontato questa emergenza dovuta alla pandemia in maniera encomiabile, aiutando le compagnie più bisognose e rendendo sempre partecipi i lavoratori, me compreso, di qualsiasi decisione. Rispetto a molti colleghi precari ero un privilegiato, con lo stipendio fisso o al limite la cassa integrazione garantita nei momenti più bui: sarei potuto restare con Ravenna Teatro fino alla pensione, l’avessi voluto». Ma qualcosa è scattato. «Mi è sempre piaciuto costruire piccole cose, lavorare il legno, nel mio lavoro in particolare realizzare le scenografie. Ho iniziato a guardare tutorial, sperimentare e poi a costruire piccole cose per amici».

La pandemia ha fatto il resto, grazie all’interruzione forzata dal lavoro. «A inizio 2020 ero già stato fermo quasi due mesi per un infortunio, poi quando sono tornato al lavoro mi sono dovuto fermare di nuovo per la pandemia. Restare a casa, in quei mesi, mi ha fatto pensare. Ho riflettuto e preso la mia decisione, che ho comunicato dopo l’estate a Ravenna Teatro. Quello era un lavoro che non avrei potuto continuare a fare senza metterci tutto me stesso. Così ho proseguito per correttezza fino a fine anno e da inizio 2021 sono diventato invece un falegname a tutti gli effetti». Con laboratorio (e piccolo show room) ricavato in garage. E già una fila di commesse. «Fino all’estate direi che sono a posto. D’altronde faccio tutto con i miei tempi, chi si rivolge a me non può avere fretta, faccio lavori su misura, una sorta di sartoria artigianale».

Un ritorno al passato, quindi, quando ormai la prassi sembra invece essere diventata l’Ikea. «Ma vedo che questa voglia di tornare alle cose artigianali c’è, si respira una sorta di ritorno al passato e devo dire che in questo settore c’è poca concorrenza: qui a Ravenna le botteghe artigianali non sono così tante e i falegnami non esistono quasi più; quelli che c’erano una volta sono finiti a fare gli operai al polo chimico…».

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