Fornace Zarattini, una notte in barca per le vie diventate canali

Yuri Ghetti è il presidente del comitato cittadino, ha lasciato l’abitazione allagata per aiutare i residenti: «Cento persone soccorse nei primi giorni, poi acqua rimossa con i camion cisterna»

Fornace Zarattini Foto Adriano Zanni

Foto di Adriano Zanni

Quando l’acqua ha allagato Fornace Zarattini nella notte tra il 18 e il 19 di maggio, tra le vie diventate canali girava una barchetta da pesca con due persone a bordo per aiutare i residenti più in dif­ficoltà. Uno dei due in barca era il 24enne Yuri Ghetti, presidente del comitato cittadino nato lo scorso novembre. «Abito in via Giannello e al piano terra mi sono ritrovato un metro e mezzo di acqua. Con un amico ci siamo messi sulla barca: la prima persona aiutata è stata una donna di 104 anni».

Le strade dove l’acqua è arrivata alle altezze maggiori sono quelle tra via Faentina e la linea ferroviaria: «Nei punti a ridosso dei binari si misuravano due metri di acqua». Dalla notte dei primi allagamenti sono cominciate 48 ore di soccorsi senza sosta: «Nei primi due giorni ci siamo arrangiati fra cittadini perché non c’è stato molto aiuto dalle autorità. Poi sono arrivati i sommozzatori della polizia e li ho assistiti perché i residenti (circa 1.600 gli abitanti e 170- 180 le imprese della frazione, ndr) chiamavano sul mio cellulare che avevano tutti ed era più facile prendere la linea rispetto al 115. In totale abbiamo aiutato un centinaio di persone». Gente che aveva scelto di ignorare l’ordine di evacuazione disposto dal Comune e comunicato casa per casa anche dalle forze dell’ordine: «Non si aspettavano davvero una cosa di questa portata».

Per rivedere emergere l’asfalto c’è voluta una settimana: «Visto che il deflusso era lento, abbiamo organizzato un servizio di pompaggio con tre camion cisterna del Consar da 30mila litri ognuno che hanno fatto la spola continua tra Fornace e i canali di scolo alle Bassette».

I residenti hanno svuotato le case e tutto quello che era la quotidianità di tante famiglie è diventato una catasta di rifi­uti nella vicina via Ricci Curbastro. Per le strade stanno passando gli interventi di disinfestazione. Ora c’è da costruire la ripresa: «Consultando anche gli esperti del Comune o della protezione civile, ci è stato consigliato di non mettere mobili nelle case prima di un paio di mesi perché i muri sono inzuppati. Io sono fortunato perché ho un’altra casa a Ravenna dove vivo ora, ma c’è tanta gente che ha perso tutto. Cercheremo di aiutare il più possibile, anche grazie a un camion di arredamenti donati dalla Toscana che arriverà il 5 giugno».

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