mercoledì
25 Giugno 2025
il libro

Dal Far West alla guerra civile, i romagnoli “alla conquista dell’America”

Eraldo Baldini parla del saggio “Transatlantica” (curato insieme ad Alberto Pagani) con i racconti di personaggi, luoghi e imprese che videro protagonisti uomini e donne partiti per il paese delle libertà

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Un dettaglio della copertina del saggio Transatlantica

«Sono storie straordinarie, bellissime, fuori dal comune con personaggi strepitosi». Lo scrittore Eraldo Baldini lascia trapelare tutto il suo entusiasmo quando parla del libro in uscita oggi (13 settembre) a cui ha lavorato per anni: Transatlantica (Romagna e America), pubblicato da Il Ponte Vecchio.

Si tratta di un testo a più mani sul rapporto tra la nostra terra e gli Usa in cui l’antropologo e narratore firma, in particolare, i capitoli dedicati ai toponimi romagnoli sparsi nei vari stati a stelle strisce e ai romagnoli che hanno attraversato l’oceano Atlantico dai primi dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Le storie straordinarie sono infatti storie vere, spesso legate alla frontiera del West che tanto ha incantato e affascinato in primis il mondo del cinema e che Baldini ha ricostruito tramite un lungo lavoro di documentazione. E così per esempio scopriamo che la Ravenna di 15mila abitanti nell’Ohio prende il nome da uno dei fondatori che era stato in visita nella città dei mosaici. Nel Nebraska un’altra Ravenna fu fondata, non a caso, il 23 luglio e ancora oggi festeggia la data dedicata a Sant’Apollinare. Nel municipio della Ravenna del Kentucky campeggia una riproduzione di un mosaico di San Vitale. E cosa dire dei Sioux che accerchiano la appena fondata Ravenna del Minnesota, tenendola sveglia per due settimane con la “danza dello scalpo”? Del resto, le città americane con questo nome sono ben tredici, ognuna con una storia da raccontare.

Così come quella Imola dove doveva sorgere il più grande manicomio della California ispirato proprio al centro di ricovero romagnolo visitato per l’occasione dagli americani incaricati del progetto oltreoceano. Rimini invece dovrebbe essere ispirata a un’opera lirica dedicata a Francesca da  Rimini. E del resto l’opera corre anche in altri intrecci. «Marietta Alboni – ci racconta ancora Baldini – era una cantante lirica di Cesena che diventò un mito e tra chi non si perdeva un suo concerto c’era addirittura Walt Whitman. E altri cesenati, peraltro implicati in una vicenda di tradimenti amorosi riportati dalla stampa, frequentavano Washington e i palazzi del potere al tempo di Lincoln. Ma in generale troviamo tantissimi italiani dappertutto e molto prima della grande immigrazione di massa di fine Ottocento». Stando alle storie raccontate da Baldini abbiamo innanzitutto i missionari, che venivano formati nel seminario di Bertinoro. Tra questi va sicuramente ricordato il santarcangiolese padre Pasquale Tosi che arrivò fino alle Montagne Rocciose, si trovò a pochi chilometri da Little Big Horn ai tempi della celeberrima battaglia e fu l’autore del primo dizionario fra lingue “indiane” e inglese prima di trasferirsi addirittura in Alaska. Accanto ai missionari, neanche a dirlo, dalla Romagna partono alla volta degli Usa uomini motivati dalla passione politica per la libertà, in alcuni casi anche in risposta all’appello degli Unionisti (cioè dei “Nordisti”) durante la sanguinosa Guerra Civile americana (1861-1864). Fu il caso del giovane ravennate Giovanni Gordini, che là divenne caporale e fu ferito nella battaglia di Key Cross. Del resto, tra chi lottava contro gli schiavisti, c’erano le Garibaldi Guards e le Italian Legion con tanto di vessillo tricolore. «Questo deve stupirci fino a un certo punto – spiega lo studioso – se pensiamo che a New York c’era comunque una grande sezione della Giovine Italia dove approdarono anche il forlivese Pietro Maroncelli, il conselicese Foresti e il cesenate Guglielmo Gaiani».

Viaggi lunghi e perigliosi che si susseguirono nei decenni (abbiamo due vittime romagnole anche sul Titanic) e che qui vengono raccontati fino al 1950. «Abbiamo scelto questa data perché rappresenta in qualche modo uno spartiacque; da quella data in poi, con la Guerra Fredda, il Vietnam e il resto, sarebbe stato necessario assumere uno sguardo politico che qui non c’interessava». Le storie raccontate sono infatti quelle di uomini e donne che vanno verso un paese ancora in formazione che per molti di loro è luogo di libertà e di un possibile riscatto.

«Per me è stato un lavoro entusiasmante perché ho potuto unire l’amore e la passione per la cultura degli Stati Uniti, soprattutto nel periodo della frontiera, con la storia e la cultura della Romagna di cui mi occupo da sempre». Mai come in questo caso, si può dire quindi, un saggio che si legge come un romanzo. E anche ascoltare Baldini che racconta a voce alcune di queste storie è di certo un’esperienza da non perdere. Il primo appuntamento è a Russi alla Fira di Sett Dulur, stasera (13 settembre) alle 21 alla Biblioteca Comunale dove ci sarà anche Alberto Pagani, docente esperto di geopolitica, che ha curato insieme a Baldini il corposo volume, ricco pure di illustrazioni, che contiene anche testi di Mauro Antonellini, Andrea Baravelli, Giuseppe Bellosi, Dante Bolognesi, Gian Paolo Borghi, Guido Ceroni, Massimiliano Galanti, Rossano Novelli e Stefano Piastra

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