Incendi a Los Angeles, una famiglia ravennate a pochi km dalle evacuazioni Seguici su Telegram e resta aggiornato Cristina Mazza: «L’incendio vicino a noi sembra sotto controllo, ma non si può restare tranquilli. Nel 2019 le fiamme arrivarono nel nostro giardino» Luca Ricci e Cristina Mazza Una famiglia ravennate sta vivendo l’incubo dei devastanti incendi che stanno imperversando nel sud della California, attorno a Los Angeles, e che hanno già provocato almeno 10 morti (oltre 180.000 le persone che sono state invece evacuate). A parlarcene è Cristina Mazza, maestra elementare, che vive insieme al marito (l’astrofisico ravennate Luca Ricci) nella San Fernando Valley, all’estremo nord della zona metropolitana di Los Angeles. Entrambi in Italia per le vacanze invernali, la donna è tornata da sola negli Stati Uniti mercoledì, quando già circolavano le prime notizie degli incendi, mentre il marito è ancora a Ravenna, in attesa di raggiungerla verso metà mese, fermato da impegni lavorativi e questioni burocratiche. La mappa con gli incendi in tempo reale tratta dalla App scaricata da Cristina Mazza aggiornata in tempo reale. La casa della famiglia ravennate è il pallino blu alla sinistra dell’incendio “Hurst” «Quando sono partita era in corso il terzo incendio (quello ribattezzato Hurst, ndr) proprio nella nostra zona, che adesso fortunatamente è contenuto, al 40 percento secondo le fonti ufficiali. Siamo solo a un paio di chilometri dalla zona di evacuazione. Conosco tante famiglie che hanno dovuto invece lasciare la propria casa». Ora anche la scuola elementare dove insegna Cristina è chiusa. «Il giorno prima che arrivassi, con la supplente, è saltata la luce a causa del vento forte». Ieri (9 gennaio, ndr) «sono uscita per fare una commissione – commenta la donna, di origini milanesi – e dall’autostrada la visione era allucinante: c’erano questi giganteschi fiumi di fumo arancione da una parte e il cielo azzurro dall’altro, davvero impressionante». Fortunatamente per lei i venti hanno spinto il fumo verso sud. «La gente nelle zone più coinvolte deve stare in casa o uscire solo con delle maschere protettive». Inevitabile avere paura. «Ho scaricato una App specifica che aggiorna in tempo reale sugli incendi, quello vicino a noi sembra sotto controllo, come dicevo, ma è difficile avere certezze, finché non si placano i venti e non inizia a piovere non si può stare del tutto tranquilli». Soprattutto per un precedente. «Nel 2019 – era novembre e mio marito era in Italia – sono stata costretta ad andarmene di casa nel bel mezzo della notte per un incendio partito esattamente dove è nato “Hurst” in questi giorni. Le fiamme arrivarono nel nostro giardino. Sono stata ospitata da amici per due-tre giorni», prima di poter tornare a casa, miracolosamente salva. In questi giorni è stato arrestato un piromane. «Lo ha visto la gente, per strada e lo ha bloccato fino all’arrivo della polizia. Ma la causa principale è il clima: la siccità è sempre più grave, i venti forti abbattono i pali della luce che provocano le prime scintille, che gli stessi venti poi alimentano fino a far diventare incendi. Certo, probabile che ci siano anche delle responsabilità della politica, ma si indagherà. Al momento la gente non dà la colpa a nessuno, piuttosto mi sta impressionando come stia venendo fuori invece il senso di comunità. Nei parcheggi hanno iniziato a raccogliere vestiti, cibo e quant’altro. Ho visto chi ha perso tutto non perdere tempo per aiutare i vicini di casa a salvare il salvabile. Non ho visto disperazione, ma voglia di aiutare gli altri. Una gara di solidarietà come quelle che avete vissuto anche voi in Romagna con l’alluvione». Total1 0 1 0 Forse può interessarti... Ritrovata una mina anticarro nella spiaggia di Milano Marittima “Nell’ombra di una panchina rossa”: una mostra collettiva in ricordo di Elisa Bravi Una donazione da 5mila euro per ripristinare il campanile Seguici su Telegram e resta aggiornato