«Vincere Masterchef mi ha cambiato il lavoro ma non mi ha stravolto la vita»

Erica Liverani e un anno tra show cooking per l’Italia e la battaglia contro l’odio su Facebook. E alla sesta edizione 4 romagnoli

Quando era una teenager, alla fine degli anni 90′, sapeva tutto dei Backstreet Boys e oggi si ritrova dalla parte opposta, una sorta di pop star della cucina, incontrando sconosciuti che sanno tutto di lei perché ha vinto un talent culinario. E le fa strano se qualcuno si ricorda la sua esatta battuta in una precisa puntata dello show. Ma ormai ci ha fatto l’abitudine. La 31enne Erica Liverani di Conventello è la quinta Masterchef italiana, titolo assegnato a marzo dalla trasmissione in onda su Sky Uno. Quando la nuova edizione sta entrando nel vivo, questa sera 5 gennaio la terza puntata con la masterclass composta da venti concorrenti, abbiamo intervistato la ravennate.

Erica, è appena iniziata la messa in onda della sesta edizione di Masterchef, lo scorso 3 marzo veniva trasmessa la finale della quinta edizione con la sua vittoria. Le è cambiata la vita da allora?
«Pensavo che Masterchef mi avrebbe stravolto tutta la vita e in effetti all’inizio è stato un po’ così invece rimani quello che eri, restano le vere amicizie che ti eri fatto prima di entrare in cucina. Il bilancio è estremamente positivo ma oggi posso dire che ho semplicemente cambiato lavoro».

Quindi non farà più la fisioterapista…
«Non escludo niente. Ho preso quella laurea con fatica e impegno ma adesso faccio altro perché ho avuto la possibilità di fare qualcosa che mi piace e mi da motivazioni. Però non si sa mai».

Ci racconta cosa ha fatto in questi mesi?
«Sono stata più seduta in auto che su una sedia – ride Erica -, mi sarò fatta 100mila km in giro per l’Italia, comprese Sicilia e Sardegna, per partecipare a eventi, soprattutto show cooking. Già solo questo per me è stato bellissimo, ero come una bambina in gita perché quando ero piccola la mia famiglia non poteva permettersi di viaggiare molto. In alcuni viaggi sono venuti anche i miei genitori».

Tutto pianificato dalla produzione di Masterchef?
«No, finita la stagione la produzione ti saluta e da lì devi arrangiarti. All’inizio ho provato a fare da sola con la promozione del libro di ricette organizzata dalla casa editrice. Poi ho capito che non sapevo proprio come muovermi in questo mondo, non sapevo proprio come valutare le proposte e mi sono rivolta all’agenzia Realize Networks di Milano, la stessa che segue lo chef Bruno Barbieri. Sono loro che hanno gestito tutto, è il loro mestiere e con l’assistenza giusta è più facile evitare di farsi ingannare dai tanti farabutti che ci sono in giro».

Il libro come è andato?
«Sono molto contenta, ha fatto due ristampe e di solito non succedeva. Forse ha funzionato la scelta di mettere un centinaio di ricette semplici e non poche complesse. Io resto una cuoca amatoriale, non sono la nuova Massimo Bottura».

Dopo la vittoria disse che aveva ancora molto da studiare in cucina. Ha fatto i compiti?
«Qualcosa si ma non c’è stato molto tempo per farlo. E anche a livello di cucina non ho potuto applicarmi più di tanto: quando vai a fare uno show cooking fai quello che chiede il cliente e di solito nel mio caso erano cappelletti e piadina. Però in qualche cena per amici e in qualche evento mi sono un po’ divertita a fare qualcosa di particolare».

Sarà capitato spesso di essere fermata per strada da chi guardava la trasmissione. Che effetto fa?
«Quando ti avvicina qualcuno in modo gentile per una foto o per fare una battuta su una puntata ti fa piacere perché i complimenti piacciono a tutti. Quando hai la giornata storta magari vorresti evitare di stare lì a rifare la foto perché è venuta male ma le persone non possono conoscere il tuo stato d’animo e io devo solo essere grata a tutti quelli che mi seguono: se non ci fosse stato il pubblico non avrei vissuto questo anno bellissimo».

Qualche aneddoto degli incontri con i fan?
«Nulla di particolare. Però mi fa sempre strano incontrare persone che sanno tutto di me, cose che magari nemmeno io mi ricordo più. Come nella canzone “Tra palco e realtà” di Ligabue. Si ricordano quel dettaglio di quella puntata o quel post che ho fatto su Facebook, un’attenzione un po’ morbosa che a me ha ricordato quando avevo 12-13 anni e sapevo tutto dei Backstreet Boys. Ma io avevo 13 anni…».

Ha ricordato Facebook. Appena diventata un personaggio pubblico il rapporto con i social network è stato difficile: ogni banalità vista nelle puntate scatenava insulti pesanti e addirittura minacce. Come va ora con gli haters?
«In principio è stata dura. Tutte quelle critiche così feroci, quegli insulti e quelle cattiverie finiscono per farti credere di essere cattivo. Ero arrivata a un punto in cui non volevo uscire di casa, non mi piaceva andare tra la gente sconosciuta. Poi mi sono fatta aiutare e ho capito che io non avevo fatto niente di male. Il problema era loro e io ho continuato a postare le mie cose a testa alta bloccando i commenti più violenti perché la bacheca del mio Facebook è la vetrina del mio negozio e non la voglio imbrattata. Facendo così si sono autoeliminati e ora sono davvero pochi gli attacchi. Anche perché non c’è più la massa e senza massa quelli sono conigli. E così c’è spazio per cose belle come chi mette le foto delle mie ricette rifatte da loro con i bambini, è una cosa che mi piace molto».

Ma è vero, come ha scritto nel suo blog un altro concorrente della scorsa edizione, che quando vi fermano vi fanno sempre le stesse domande?
«Verissimo. Vogliono sapere del confessionale e dei tempi delle prove. A volte anticipavo già io le risposte: “Sì, Cracco è bello”. Ma mi rendo conto che erano le curiosità che avevo anche io prima di entrare».

A questo spunto deve spiegare anche noi come funzionavano i confessionali…
«L’ordine è questo: si fa la prova tutti insieme, poi tutti al confessionale, poi la presentazione dei piatti ai giudici con gli assaggi, poi di nuovo tutti al confessionale e poi i verdetti. Quindi i giudici assaggiano tutti i piatti ormai freddi e ovviamente nei confessionali gli autori partono sempre da quelli che l’hanno combinata più grossa, come quella volta che avevo dimenticato il riso per gli arancini…».

E quante ne scrissero sui social di quell’errore…
«Come se nessuno si fosse mai dimenticato un ingrediente facendo la spesa…».

Il premio da 100mila euro in gettoni d’oro che fine ha fatto?
«Da brava figlia di contadini li ho messi via che non si sa mai».

E il progetto dell’agriturismo a Conventello?
«Ho sempre più la consapevolezza che ho tanto da studiare. Se apro un locale probabilmente per un mese è pieno perché c’è la curiosità ma oggi viviamo in un tempo di tuttologi e al primo errore che può capitare sono pronti tutti a criticarti e dirti che loro saprebbero fare meglio. Allora io voglio fare quel passo solo quando sarò pronta».

Offerte di lavoro per entrare in una cucina ne sono arrivate?
«No, quelle te le devi andare a cercare. Devi proporti sperando che qualcuno ti prenda a gratis in una brigata per metterti alla prova. Perché ai professionisti non interessa niente se hai vinto Masterchef, per loro sei solo uno da formare»

Chi sente ancora dei concorrenti della sua edizione?
«Lorenzo, Alida, Ivana e Giovanni. È come dopo la scuola: restano certi legami e altri invece non li vuoi più vedere. Leggo in giro che qualcuno degli altri ancora critica la mia vittoria. Ormai dovrebbero farsene una ragione…».

In questa nuova edizione ci sono quattro romagnoli. È l’effetto Erica?
«Magari è stata una spinta, hanno visto che ce l’ha fatta una con un piatto di cappelletti e magari si sono detti che possono farcela anche loro con dei passatelli».

Ha registrato qualche puntata da ospite come campionessa in carica?
«No. Ma se anche fosse successo non lo direi ora…».

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