La parola al vocalist: «Sono un artista. E non vorrei più dire “su le mani”» Seguici su Telegram e resta aggiornato Intervista semiseria al lughese Danny Pee: «Oggi Instagram ha sostituito i locali…» Il vocalist Danny Pee Danny Pasi, 38 anni lughese, in arte Danny Pee, è uno dei vocalist più noti della zona, di stanza in particolare al celebre Pineta di Milano Marittima. Lo abbiamo contattato per un’intervista semi-seria, per capire meglio come funziona quello che è diventato un vero e proprio mestiere. Quando hai iniziato a fare il vocalist? «Nel 2002». Perché? «Volevo fare qualcosa di diverso». È il tuo lavoro o un hobby? «È il mio lavoro e resta il mio hobby preferito». Cos’hai scritto sulla carta d’identità alla voce professione? «Artista». Cosa fa un vocalist? «Parla, canta, carica e a volte fa casino». Perché è importante? «È importante perché crea un legame tra il pubblico e la musica con entusiasmo». Che rapporto c’è con il deejay? «Dipende dal dj e a volte anche dal vocalist». Che rapporto hai con il pubblico? «Dipende dal pubblico! Scherzi a parte, il vocalist deve essere bravo a crearlo, questo rapporto». Alle ragazze (o ai ragazzi) piace il vocalist? «Fino al 2015 sì, dai. Adesso guardano prima il dj». Lo dici “su le mani”? «Cerco due punti strategici a serata per dirlo, ma vorrei arrivare a zero». Qual è il tuo cavallo di battaglia invece? «Fammi vedere chi seiiiiii!». La richiesta più strana? «“Puoi fare gli auguri alla mia amica che è single e cornuta?”». La serata che ricordi? «Le ricordo tutte con piacere peró l’Aperishow nel Padovano davanti a 10mila persone con Mauro Ferrucci e Tommy Vee è stata un’emozione grande e per me indimenticabile». Vip da discoteca che hai conosciuto? «In questi anni ne ho presentati e conosciuti tanti, da Marco Bocci a Nicolas Vaporidis, da Cesare Cremonini a Bobo Vieri». In quali locali lavori? «Lavoro un po’ in tutta Italia, da Lignano Sabbiadoro (Charlie) a Milano Marittima (Pineta), da Palermo (Country) a Milano (Shed)». E in quale locale ti piacerebbe invece lavorare? «Fuori dall’Italia: Ibiza, Mykonos, Londra… Mi piacerebbe portare il vocalist anche all’estero». Quanto si può guadagnare in una serata? «Stai sempre a pensare ai soldi…». Non ti sei stancato di andare in discoteca? «No, perché mi piace la musica e quell’aria di entusiasmo che si respira». Come è cambiato il “pubblico” da quando hai iniziato? «Anni fa tutti cercavano di mettersi in mostra nei locali, oggi invece usano Instagram». E i giovani? «I giovani d’oggi sono piu esigenti, grazie all’evoluzione di internet ora vedono festival e grandi party a portata di mano quindi si aspettano anche nella loro zona serate sempre al top». Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Addio al Kojak, la discoteca di Porto Fuori diventa Hof. «Vigilantes anche in auto» A Milano Marittima riapre il Pineta: ospiti Giulia Salemi del Gf e la "nuova Belen" Riapre anche la discoteca Onyx: «Con braccialetti per maggiorenni e metal detector» Seguici su Telegram e resta aggiornato