COGEN: maestri nel restauro di edifici storici e nella messa in sicurezza di infrastrutture

L’impresa forlivese, attiva con commesse pubbliche e private nel centro-nord d’Italia, ha lavorato anche a Ravenna per la riqualificazione del ponte della Ravegnana, e ora con i cantieri per la sistemazione di due ponti sulla Baiona

Ponte Assi Ravenna

Il Ponte Assi sulla Ravegnana a Ravenna

Nel mondo delle costruzioni e degli appalti per l’edilizia e le infrastrutture pubbliche la COGEN srl sta tracciando da ormai 15 anni un percorso ben determinato e proficuo.
Impresa familiare originaria del ravennate (per la precisione di Sant’Alberto), capostipite Tiziano Neri, stimato imprenditore del settore edile da più di trent’anni, fondata nel 2015, è guidata dai figli Enrico e Lamberto, che l’hanno fatta crescere con tenacia, intuizione e competenza. Con la centrale a Forlì (in via Ravegnana) e una sede distaccata nelle Marche, dove si occupa di ricostruzione post terremoto del 2016, la COGEN può contare su 25 addetti – fra amministrativi, tecnici e manodopera di cantiere a vari livelli – e propri mezzi e attrezzature tecnologiche e operative per dar vita ai cantieri.
Sul piano economico vanta attualmente un fatturato annuo intorno ai 7 milioni di euro e un portafoglio lavori consolidato già per il 2022, con attività prevalente nel centro-nord d’Italia. Per partecipare a importanti commesse pubbliche e private COGEN dispone di tutte le qualifiche necessarie: dalla Soa che l’abilita a diverse categorie di opere, ai rating di legalità, alle certificazioni di qualità, ambientali e di sicurezza sul lavoro.
Dell’evoluzione e delle prospettive dell’azienda ne parliamo con i due giovani dirigenti, Enrico e Lamberto Neri

Quali specializzazioni avete sviluppato nel mondo delle costruzioni?
«In particolare siamo specializzati nel restauro di beni vincolati dalle Soprintendenze. Si tratta di edifici di un certo interesse storico e che richiedono notevole attenzione nell’operare. La nostra esperienza principale in questo campo riguarda la zona della ricostruzione del terremoto nelle Marche. Abbiamo una sede secondaria in un paese vicino a Macerata perché lì abbiamo diversi cantieri aperti. Nell’ambito degli interventi di restauro abbiamo realizzato anche il Museo d’Arte Moderna di Rimini, terminato alcuni mesi fa, e poi la Pinacoteca di Villa Veruccchio. Recentemente abbiamo acquisito lavori nel complesso monumentale della Pilotta di Parma. Insomma il restauro era e resta il nostro core business che ci piacerebbe continuare a svolgere, perché è un ambito dove c’è meno concorrenza, serve un’elevata professionalità e un know how su cui abbiamo accumulato notevole esperienza».
Si dice che sia molto complicato collaborare con le Soprin­tendenze…
«Le Soprintendenze per statuto sono molto rigorose nel rispetto architettonico e artistico degli edifici sotto loro tutela. Forse sono anche eccessivamente puntigliose nelle richieste, ma dipende sempre dai funzionari con cui si ha a che fare e dalla disponibilità al confronto e a trovare soluzioni possibili».

CANTIERE PONTE BAIONA

Il cantiere per la ristrutturazione di uno dei ponti sulla Baiona, nella zona industriale ravennate

Ma visto il vostro portafoglio lavori non mancano altre tipologie di costruzione o ristrutturazione.
«Di fatto, negli ultimi anni, partecipando a varie gare d’appalto e per soddisfare diverse richieste di committenti privati abbiamo diversificato l’attività realizzando lavori di edilizia civile, industriale e infrastrutturale. Per esempio nel ravennate abbiamo come clienti le principali aziende del distretto di Fusignano, leader nella produzione e trasformazione della gomma e derivati e per le quali come impresa di riferimento realizziamo le infrastrutture industriali e le manutenzioni che servono».
Poi partecipate a bandi per interventi edilizi pubblici.
«Sì partecipiamo a molte gare che hanno come committenti le amministrazioni locali, principalmente i Comuni o le Unioni comunali, anche se evitiamo le gare d’appalto al massimo ribasso, che sono quelle – per così dire – che danno poca soddisfazione imprenditoriale. Preferiamo competere nelle gare che prevedono migliorie. In questo caso ci avvaliamo di ingegneri, architetti, professionisti del settore per integrare il progetto base presentato da un’amministrazione con un nostro apporto di migliorie. Queste sono parte dell’offerta perché hanno un valore economico. Nel mondo degli appalti si chiamano “offerte economicamente più vantaggiose”. Si tratta di mettere insieme una quota che vale il prezzo e una quota che invece vale la proposta tecnica. Questi due parametri sono oggetto di una valutazione che determina il vantaggio dell’offerta e di conseguenza una graduatoria per l’aggiudicazione dei lavori. D’altra parte sono gare che riducono sensibilmente il numero dei partecipanti, poiché sono impegnative e onerose in termini di consulenza di professionisti esterni. Ad esempio, per bandi del valore fra uno e due milioni – che sono quelle che oggi ci interessano – se il parametro è solo il prezzo, ci si può ritrovare anche fra 50 e più concorrenti, se si tratta invece di una gara con migliorie, il numero dei contendenti arriva al massimo a 15 imprese».
Quindi aumenta la probabilità di aggiudicarsi un appalto…
«Certo, tanto è vero che negli ultimi due mesi, con questa tipologia di gara, abbiamo vinto due appalti di importo rilevante in provincia di Reggio Emilia, la demolizione e ricostruzione di una scuola e quella di una palestra adiacente ad un altro complesso scolastico che ci vedevano concorrere con solo altre cinque imprese».
Chi si occupa in azienda della preparazione alle gare?
«Oltre all’ufficio amministrativo che segnala i bandi aperti, i nostri specialisti interni e noi personalmente, che ci occupiamo della stesura dei progetti, del coordinamento con gli studi tecnici esterni e della supervisione dell’offerta prima della presentazione».

Sede Cogen Forli

La sede della COGEN srl a Forlì

Come si potrebbe rendere più agile ed efficiente, insomma produttivo, il sistema degli appalti?
«Sicuramente si dovrebbe semplificare la parte burocratica, snellire i tempi di aggiudicazione e di avvio dei lavori. Prima dell’esito di una gara a volte passano sei mesi, in certi casi un anno. Le opere pubbliche fanno fatica a decollare perché sottostanno a una macchina burocratica molto complicata. Le amministrazioni per poter preparare e pubblicare un bando sono costrette a innumerevoli passaggi e verifiche sia in fase di stesura della gara sia dopo l’aggiudicazione dell’appalto. In una catena di procedure efficienti le pratiche dovrebbero essere più snelle e i dirigenti pubblici meno timorosi delle proprie responsabilità. Servirebbe una  macchina amministrativa più leggera ma, va detto, anche imprese più sane, indirizzate al fare subito e fare bene. Per quanto ci riguarda non tendiamo a porre “riserve”, insinuare cavilli, creare attrito con la pubblica amministrazione. Certo come impresa cerchiamo di portare avanti nostri interessi ma siamo sempre pronti a trovare il giusto compromesso per risolvere le difficoltà o le esigenze impreviste che possono emergere nel percorso dei lavori. In tanti anni di attività sono stati veramente rari i momenti di scontro o contenzioso con i nostri committenti. Questa linea di condotta ci ha permesso di consegnare quasi sempre opere pubbliche e private ottimali e nel rispetto dei tempi definiti dall’appalto».
Come nel caso della ristrutturazione del ponte della Rave­gnana a Ravenna.
«Per l’appunto, il cosiddetto Ponte Assi, è stata una bella soddisfazione, crediamo anche per il Comune e i cittadini ravennati, avere concluso i lavori, compresi i tempi di collaudo, con due settimane di anticipo. Peraltro il cantiere è stato pieno di sorprese durante il corso dei lavori, visto che il ponte era in condizioni veramente precarie, ma grazie alla nostra intraprendenza e alla buona volontà del Comune siamo riusciti a mettere in sicurezza il manufatto contenendo anche i tempi nei termini contrattuali».

Casa Di Riposo Sant'alberto

Ampliamento della Casa di riposo Zalambani a Sant’Alberto

Quindi Ravenna è un vostro territorio di riferimento?
«Quello di Ravenna è un mercato al quale teniamo molto, grazie anche al radicato e continuo rapporto con il Consorzio CEAR (Consorzio Edili Artigiani Ravenna) al quale siamo associati. Con l’amministrazione locale abbiamo lavorato sempre proficuamente e confidiamo di poterlo fare ancora. A Sant’Alberto abbiamo realizzato ultimamente l’ampliamento della casa di riposo Zalambani. Poi ci sono a Ravenna gli appalti che abbiamo conseguito per la ristrutturazione dei ponti sulla Baiona e altre piccole infrastrutture in zona cimitero e a San Pietro in Trento. I lavori sono già iniziati e continueranno per tutto il 2021. Confidiamo anche in questo caso di consegnare le opere fatte a regola d’arte e nei tempi previsti».
Come prefigurate il futuro della vostra attività nel campo delle costruzioni?
«Non siamo interessati alle speculazioni immobiliari, tuttavia ci piacerebbe operare nel campo della ricostruzione e rigenerazione di edifici e comparti edilizi preesistenti. Crediamo che sul piano urbanistico sia la tendenza più utile e produttiva per le imprese e le comunità locali, peraltro oggi indirizzata da nuove normative e premiata da incentivi fiscali».
Siete ottimisti sul rilancio dei lavori pubblici in Italia, visti anche i massicci investimenti che dovrebbero arrivare per il rilancio dell’economia dopo la pandemia?
«Si, crediamo si possano aprire nuove e importanti prospettive e possibilità di sviluppo. Anche se la questione, nel nostro Paese, è sempre quella della validità e lungimiranza dei progetti e della gestione dei finanziamenti».

Marchio CogenCOGEN – Costruzioni Generali Neri S.r.l.
via Ravegnana 292 – Forlì (FC)
Tel. 0543 64933 – Mail info@cogen.srlwww.cogen.srl