L’Antica Bottega “trasloca” per lavori al Mare di Felice: tavolini all’aperto e un unico menù. Con “Aperi-pesce”

I piatti di terra si aggiungono a quelli di mare del locale in via Pellegrino Matteucci

L’Antica Bottega di Felice, apprezzato ristorante di via Ponte Marino, in pieno centro a Ravenna, ha chiuso i battenti per alcune settimane a causa di un intervento edile di rinforzo sismico.

Nel frattempo da lunedì 22 giugno si è “trasferito” nel locale gemello, Il Mare di Felice, ristorante di pesce aperto dagli stessi titolari lo scorso settembre nella vicina via Pellegrino Matteucci. Che per l’occasione propone quindi un menù “accorpato” con anche piatti di terra, restando aperto tutti i giorni, sia a pranzo che a cena (anche con la formula menù del giorno per la pausa pranzo a 12 euro).

Quindi a fianco del pescato del giorno e dei piatti di mare che restano naturalmente in menù nel locale di via Matteucci, ci sarà la possibilità di gustare anche alcuni “classici” della Bottega come gli apprezzati “cappelletti Officina” (con fonduta di parmigiano, mortadella a cubetti e granella di pistacchi) e poi le altre paste al ragù, il gnocco fritto, la piadina, le costine, la picanha, il filetto…

E un’originale proposta per la sera: l’aperipesce. Un modo per assaggiare piccole porzioni a prezzi modici (dal cartoccio di paranza alle acciughe con burro salato, dalla tartare di tonno al carpaccio di pesce spada), così come per tutte le tasche sono le proposte dei vini, con calici a partire da 4 euro. «E solo per vini di qualità – assicura il titolare Roberto Greco – per dare la possibilità a tutti di goderne, champagne compreso».

Il tutto potendo sfruttare anche un nuovo spazio esterno, con tavolini aggiuntivi (per compensare i coperti persi all’interno in seguito alle norme anti Covid) che rendono l’intera via più ospitale. D’altronde era stato lo stesso Greco, insieme a Maurizio Bucci del Mariani, a lanciare la proposta di una Ravenna a cielo aperto, poi condivisa dall’Amministrazione, che ha dato in queste ultime settimane i vari permessi di ampliamento di suolo pubblico.

«Ora la gente sta tornando a vivere il centro e sabato scorso (20 giugno, ndr) si può dire che siamo quasi tornati alla normalità – commenta ancora Greco –, ma non si possono nascondere le perdite di maggio e delle prime settimane di giugno, quando abbiamo deciso di riaprire i battenti per dare un segnale, ma abbiamo viaggiato con numeri bassissimi. Con costi fissi che restavano altissimi. A causa del lockdown abbiamo perso di fatto i tre mesi più importanti per i locali del centro storico – marzo, aprile e maggio – e ora dobbiamo sperare anche nel ritorno dei turisti, che rappresentano una buona parte dei nostri clienti».