137 – Dantis Ossa

DANTIS OSSATerminate le celebrazioni per il VI centenario della morte del Sommo Poeta, nell’ottobre 1921 fu deliberata una ricognizione delle ossa di Dante. Per questo importante incarico furono chiamati due antropologi, Giuseppe Sergi e Fabio Frassetto, che nel troppo breve tempo a loro concesso raccolsero quanta più documentazione possibile: «Men che due giorni furono accordati per l’esame morfologico e metrico delle ossa, per le fotografie e per i disegni».
Agli esiti di questa ricerca pubblicata nel 1923, seguì dieci anni dopo un importante studio a firma del solo Frassetto dal titolo Dantis Ossa, un’opera nella quale egli si proponeva di integrare ed ampliare i precedenti studi. Dopo aver affrontato singolarmente l’analisi delle singole ossa, Frassetto – allievo di Lombroso – offriva un quadro riassuntivo delle caratteristiche fisiche dell’Alighieri: «Era di statura media ed aveva curva la schiena e cadenti le spalle, sì da apparire invecchiato innanzi tempo; era veramente l’annosus ed il senex delle sue Egloghe. Aveva il cranio dolicomorfo, molto capace e di notevole peso. La faccia, come nella iconografia tradizionale, era alquanto allungata […]; vasta, diritta, ed alta era la fronte; alte le orbite, aquilino e vigoroso il naso, grandi e sporgenti gli zigomi […]. Dante, dunque, per questi caratteri appartiene indubbiamente alla stirpe mediterranea, stirpe meravigliosa di cui Egli fu certo fra i più gloriosi rappresentanti. Ed a forza e virilità è improntato tutto il suo scheletro».

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