244 – Una benedizione per Dante

Dante Teschio

Molti hanno scritto sulla ricognizione delle ossa di Dante del 1921, voluta in occasione del VI centenario dalla sua morte, e tra questi Monsignor Giovanni Mesini che, su invito di Santi Muratori, fu testimone dello straordinario evento. La sua presenza aveva uno scopo ben preciso, quello – secondo il desiderio di Corrado Ricci – di dare una benedizione alle ossa del «sommo Poeta cristiano» dato che in occasione del loro fortuito ritrovamento nel 1865 il clero ravennate non era stato invitato e dunque nessuno ne aveva benedetto le spoglie mortali. Monsignor Mesini, in svariate occasioni, ebbe modo di raccontare quanto accaduto in quelle incredibili giornate: «le ossa vennero estratte e distese su tovaglie di tela, poi tutti i presenti se ne andarono. Rimasi io a custodirle per alcune ore; Muratori mi raccomandò di dire le mie preghiere! E difatti, recitai il Breviario e stetti a meditare […]. La benedizione delle ossa avvenne a conclusione della ricognizione, la sera del 31 ottobre […]. Recitai le preghiere rituali e aspersi le ossa con l’acqua benedetta. Momento commovente, solenne, suggestivo. Tutti apparivano commossi; il custode Fusconi piangeva. Poi baciai la fronte del cranio! Tutti i presenti mi imitarono. Pochi anni fa sul “Corriere della Sera” Orio Vergani ha potuto chiamarmi “Il prete che ha baciato la fronte di Dante”. Più volte, qualche straniero è venuto a cercarmi e presentarsi a me, semplicemente per conoscere il prete che aveva benedetto e baciato le Ossa di Dante».

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