139 – L’inglese inquieto e le reliquie di Dante

139) INGLESE INQUIETOQuando il 27 maggio 1865 furono scoperte le ossa di Dante, le cronache del tempo registrarono tra i testimoni la presenza di un inglese. Pochi giorni dopo, il 1 giugno, “Il ravennate”, giornale politico delle Romagne non mancherà di diffondere la notizia della singolare presenza di questo straniero: «Un inglese che pure all’atto dello scoprimento trovavasi presente, mostrossi talmente inquieto che sembrava volesse divenire pazzo addirettura. Non gli mancò però la flemma neccessaria per cercar di sottrarre una fra le ossa cadute a terra nell’estrarre la cassetta, sottrazione a cui fu subito riparato pregandolo a rimettere dov’era quella preziosa reliquia». Anche Enea Mazzotti, nella lettera indirizzata a Giosuè Carducci nella quale raccontava il prodigioso ritrovamento, accennava alla figura a dir poco bizzarra di questo «inglese, piccolo e tarchiato con un immenso ombrello aperto» che «andava pregando il Feletti – il muratore che aveva trovato le spoglie mortali del Poeta – che gli vendesse una di quelle ossa, per la quale avrebbe sborsata grossa somma».
Annoterà sarcasticamente Corrado Ricci: «Quando le ossa di Dante furono scoperte, ci fu grande e sconveniente ressa a procurarsene delle particelle per farne delle reliquie proprio all’uso dei bigotti che d’un santo venerano più gli stinchi che i sacrifici! Naturalmente a frammenti veri se ne mischiarono dei falsi ossia di scheletri appartenuti a poveri diavoli morti sognando forse il paradiso, ma non la celebrazione terrena».

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