243 – Dante e «gli oboli del cuore»

Tomba Di Dante Interno 800

Nel maggio del 1893 Eugène Melchior de Vogüé, diplomatico, scrittore e critico letterario francese, visitava Ravenna e anch’egli, sulla scia di altri illustri viaggiatori, definiva la città «la dolce morta». Durante il suo soggiorno ravennate ebbe modo di visitare i principali monumenti e, immancabilmente, la tomba di Dante dove incontrò una giovane donna, come lui stesso ebbe modo di raccontare nel suo resoconto di viaggio pubblicato per la rivista “Revue des deux mondes”.
«Quando ero nel tempietto del poeta, vi è entrata una giovane donna; una persona di condizioni assai modeste, a giudicare dalle apparenze, estranea alla città in cui la chiamava qualche faccenda, e che ne aveva approfittato per compiere quel pellegrinaggio. Mi interpellò col suo ridere sonoro da italiana, ma mettendo nelle proprie parole tutta la seria convinzione che poteva prevedere la sua natura: “Signor inglese – ogni viaggiatore è un inglese –, sapete dove siete? Al centro dell’Italia”». Io risposi ciò che pensavo, cioè che si sbagliava, e che eravamo al centro dell’umanità. Perché io credo davvero che qui aleggi l’anima più forte e più tenera che abbia mai avuto voce umana. Nulla è toccante come la devozione di questo popolo per tale memoria; nulla è ragionevole come l’istinto col quale esso discerne, fra tutte le sue glorie, la più efficace per la patria […]. Un registro di firme per il monumento di Dante è aperto su un tavolo; si riempie di piccoli nomi, seguiti da piccole somme, gli oboli del cuore».

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