Canzoni di Natale per te, sola e indecisa – di Simone Bruscia

Simone Bruscia Remì © Elisa Cenni

Simone Bruscia in una foto di Elisa Cenni

Ti consiglio cose da ascoltare adesso che arriva Natale e ti vedo che sei un po’ giù, ti stringi nel cappotto, hai freddo forte, prendi la macchina il volante è gelido il vetro appannato, anche gli occhiali, arricci il naso stringi gli occhietti per vederci qualcosa neanche un angolo di cielo e vai al ristorante giapponese, da sola, nello smog nella nebbia nella pianura padana sul lungomare a Ravenna a Bibbione a Riccione.

Delle cause perse (2017) di Avocadoz, scritto e cantato da Avocadoz.

Nella vita disegna tattoo molto dark a Crevalcore ma è dolce e semplice come un pasticcino e su bandcamp si presenta così: «Avocadoz è il progetto solista di Valentina Gallini, un metro e cinquantaquattro di carica e tortellini direttamente dalla bassa modenese. Sola, con la sua chitarra canta quello che mangia, quello che vede, quello che è. La musica spazia dall’heavy pop, al trash folk, al cantautorato ermetico».
La sola tracklist del disco vale il costo del digital album streaming + download (dai 5 euro in su): Sake Tataki, Augusta, Ragù, Bignè, Nebbia, Formaggino, Polonia, iPhone, Purè per te, Pizza Pasta Pesce, Veganna, Senza glutine (feat. Setti).
Amo tutte le cause perse di Avocadoz, ma Bignè specialmente quando canta: «Assieme mangiamo salame / mi dici che sono speciale / seduti in mezzo al piazzale / tu mi guardi così / mangiamo un gelato al limone / mi porti a far l’immersione / nel mare di Riccione / tu mi guardi così / e io / mi sento l’ultimo bignè / della pasticceria / nell’orario del tè / quando mi guardi così».

Sei quasi arrivata al giapponese, il tergicristallo ancora non si è sbrinato, assurdo, fa sempre così, hai fame, lo so, ma non mangiare con gli occhi. Non ordinare troppi futomaki, non fare indigestione di sashimi.

Arto (La Barberia Records e Vaccino Dischi, 2018) di Setti, scritto e cantato da Nicola Setti.

«L’orizzonte non esiste / io lo vedo non esiste / sono sempre molto triste / quando te ne vai / perché in fondo resti / ma il peggio è che lo sai». Un disco che somiglia molto a te, che mi mancavi, che forse tornerai a studiare, ma che ora sei stesa sul letto, indecisa se finire sotto un treno o sognare a occhi aperti per la stanza e ci giri intorno e vedi tutti i colori delle cose, vedi John Grant sopra uno scoglio, l’orizzonte di cui sopra disintegrato abbastanza e l’Iowa il Wisconsin Bologna in fila in autostrada, che ti passa la notte tutta d’un fiato e ti ritrovi d’improvviso sotto un cielo stellato in una cartoleria a Modena in un cottage a Cabot Cove sulla spiaggia d’inverno, oltre l’insonnia oltre il buio più buio oltre il nero pece che c’è.
Un disco che è un cuore di legno, sì però con te tutto attorno.

I dischi di Avocadoz e Setti stanno davvero bene insieme, sono come burro e marmellata come Seth Hazlitt e Jessica Fletcher e hanno in comune la parola purè. Setti ne parla in “Wisconsin” quando in certi pranzi coi parenti devastanti approfondisce i commenti aspri sullo stato del purè. Avocadoz invece dice che “Purè per te è pure troppo per me, siamo come tè e caffè”.
Puoi ascoltarli sempre, questi due dischi super, anche a Capodanno countdown in cameretta con zampone e cotechino, e nell’anno nuovo. Quando assaggi uno tira l’altro è così buono che ne prendi un altro. It’s a perfect match.

Delle cause perse di Avocadoz lo trovi qui: https://avocadoz.bandcamp.com
Arto di Setti qui: https://labarberiarecords.bigcartel.com
E in vinile anche qui: https://vaccinodischi.bandcamp.com

* Simone Bruscia, 41 anni, è direttore di Riccione Teatro e dello Spazio Tondelli. Dal 2018 è coordinatore dell’assessorato Turismo Sport Cultura Eventi del Comune di Riccione.

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