La soluzione presentata il 15 settembre dal presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi per l’escavo dei fondali assomiglia molto a una di quelle già circolate durante la precedente presidenza di Galliano Di Marco. Profondità a 12,5 metri, fanghi da sistemare su tre aree aree logistiche già prese in considerazione, impianto di trattamento sedimenti per il futuro: questi i cardini del progetto. Un’ipotesi di questo genere era stata presentata pubblicamente anche il 9 febbraio del 2016 in una commissione consigliare. Principale e sostanziale differenza è il futuro di 45 ettari di Sapir: il vecchio presidente voleva espropriarli, il nuovo presidente li lascia alla società pubblica che si prende un po’ di fanghi e farà una piattaforma logistica. Tra una presentazione e l’altra sono passati 19 mesi. Viene spontaneo chiedersi chi restituirà questi 19 mesi di stallo al porto…