Il Giacomo Toni che stavamo aspettando

CopertinaSono passati più di quattro anni dal suo primo vero e proprio album da solista, nel frattempo centinaia di concerti ne hanno accresciuto la popolarità e conseguentemente fatto salire l’attesa per il nuovo album di quello che è considerato, non solo dagli addetti ai lavori, come uno dei migliori “nuovi”  cantautori della scena italiana.

Classe 1983, Giacomo Toni, da Forlimpopoli, è finalmente tornato a incidere un disco: si chiama “Nafta” ed esce il 27 ottobre per l’etichetta ravenante Brutture Moderne.

Imparata la lezione di Paolo Conte (a cui ha reso pure omaggio con Gli Scontati, in duo con Kruger dei Nobraino), del primo Vinicio Capossela, del Fabrizio De André più scanzonato, ma anche naturalmente di Jerry Lee Lewis, Giacomo Toni riparte dal suo pianoforte già nei primi secondi dell’album, che poi non sarà proprio punk come ama ripetere da anni, ma di certo all’insegna del rock’n’roll (e pure del blues), grazie anche alle chitarre di un grande Alfredo Nuti Dal Portone e a trombone e sassofoni che rappresentano spesso un valore aggiunto dei pezzi. Per un risultato finale trascinante e divertente, un suono anche sporco e volutamente da “buona la prima”, registrato quasi come fosse un unico concerto, con citazioni colte che si alternano nei testi a esperienze piuttosto “basse” (tipo la trasferta milanese a San Siro con tanto di puntata al centro massaggi di un’esplosiva “Chinatown”), tralasciando completamente temi prettamente amorosi (un piccolo miracolo, per un cantautore italiano) ad appannaggio invece di personaggi alle prese con la provincia, declinata sotto vari aspetti.

Alla fine dell’ascolto, come è giusto che sia, ognuno avrà le sue canzoni preferite in base ai gusti (chi scrive sceglie la personale “Il porco venduto che sono”, la torbida e sferragliante “Il diavolo marrone” e il delirio noir di “Codone lo sbirro”) ma un po’ tutti ne vorranno ancora (nove pezzi per mezz’ora di musica sono un po’ pochi, quattro anni dopo l’ultima volta…).

In definitiva il Giacomo Toni che ci aspettavamo, certo, ma che in fondo stavamo comunque tutti aspettando, piccola-grande eccezione fuori dagli schemi nel panorama cantautorale italiano.

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