Il grande debutto dei Cacao

Cacao AstralProbabilmente tra i dischi più interessanti usciti nel 2016 nell’intera Penisola, “Astral” è il debutto sulla lunga distanza dei Cacao, (volutamente) misterioso duo ravennate – con tanto di una gestione “social” quanto meno bizzarra – composto in realtà da due volti noti della scena rock underground italiana, Matteo Pezzi alla chitarra e Diego Pasini al basso, entrambi negli Actionmen ma a loro agio da tempo anche lontano dalla musica “violenta”; Pasini, per esempio, anche in pianta stabile nei Ronin. E l’influenza degli stessi Ronin da una parte e dei Sacri Cuori probabilmente dall’altra (non per niente co-produce anche Francesco Giampaoli, che pubblica il disco per la sua etichetta Brutture Moderne), è evidente nei brani più melodici, finanche romantici del lotto, peraltro forse i meno riusciti.

Il meglio i Cacao lo danno invece quando i ritmi si fanno più sincopati, quando il suono (sempre piuttosto minimale) tende al kraut, quando giocano a destrutturare più che a costruire, quando inseriscono pure qualche elemento inquietante (“High Hitler”, già dal titolo, per esempio, è tra gli apici del disco).

Facendo un passo indietro è bene ricordarlo: i Cacao fanno musica interamente strumentale, giocata su una continua relazione tra basso e chitarra, toccando vari registri, dal blues desertico fino a pulsazioni elettroniche accennate (penso a un altro pezzo da novanta del disco come i sei minuti di “A8”). Forse non hanno ancora ben chiara in testa la linea da intraprendere in maniera più decisa, ma non è un difetto tale da intaccare la riuscita di un album di livello internazionale, sperando non resti solo un episodio isolato nelle carriere dei due.

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