lunedì
30 Giugno 2025
Rubrica Letti per voi

Un sorprendente “omicidio letterario”

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I Delitti Di AliceOmicidi letterari: ecco un altro filone interessante della letteratura popolare; romanzi che partono da altri romanzi, ne distillano alcuni elementi e li trasformano nel motore della nuova storia.
Il nuovo esempio è esplicito a partire dal titolo: I delitti di Alice dello scrittore e matematico argentino Guillermo Martínez (Marsilio-Farfalle, traduzione di Valeria Raimondi).
Tornano in scena, dopo 17 anni dall’esordio ne La serie di Oxford (Mondadori), il professor Arthur Seldom e il ricercatore argentino G.; il nome per esteso non appare mai: è troppo difficile da pronunciare, dice lo stesso personaggio, voce narrante del romanzo.
La Confraternita Lewis Carroll, che sta lavorando a una monumentale biografia su Charles Lutwidge Dodgson, si imbatte in un mistero.
Nei Diari dell’autore sono state strappate alcune pagine, ma esiste un foglio, che fino a quel momento nessuno aveva notato, che ne riassume i contenuti.
A scoprirlo una ex allieva di Seldom, Kristen, che non ne rivela il contenuto perché vuole essere certa che il merito della scoperta vada solo a lei.
Il problema è che tutti temono si tratti di rivelazione sui rapporti che Carroll aveva con le adolescenti, che fotografava in pose provocanti e a volte anche nude, con i genitori consenzienti.
Torna, dunque, il tema della presunta pedofilia dello scrittore e prete anglicano. Ed è in questo contesto che si scatenano gli omicidi – due riusciti e uno fallito – con riferimenti espliciti a passaggi del romanzo Alice.
Non si tratta di una novità: è già capitato in molte altre occasioni, come nel Circolo Dante di Matthew Pearl (Rizzoli, 2005): lì gli intellettuali statunitensi post guerra di secessione si trovano di fronte a assassinii ispirati alle pene del contrappasso dantesco; mentre un gruppo di intellettuali guidati dal poeta Henry Wadsworth Longfellow, sta traducendo la Commedia, ostacolati dal direttivo dell’Università di Harvard.
La struttura narrativa è quella classica, del giallo “all’inglese”, con digressioni scientifiche e filosofiche (qualcuna, forse, un po’ compiaciuta e, in realtà, non utile alla trama) e commenti, letterari ed etici, sui romanzi e sulla vita di Carroll. Aggiungendo addirittura un pizzico di romanticismo.
Il romanzo mantiene in ogni caso il passo del thriller, con scene cruente e colpi di scena calibrati in modo da svelare poco alla volta le sfaccettature del mistero, e da sorprendere davvero il lettore.
A questo punto è possibile che la coppia in stile Holmes-Watson torni in scena presto.

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