Gli “affari occulti” di un vero romanzo d’appendice

Ufficio Affari Occulti FouassierNel 1972 Umberto Eco e Cesare Sughi curano l’Almanacco Bompiani Cent’anni dopo. Il ritorno dell’intreccio che sottolinea il valore dei cosiddetti romanzi d’appendice, indicando i pregi strutturali di quella narrativa. In realtà gli autori italiani restano dubbiosi rispetto a quell’indicazione; qualcuno sa piegarla alla propria voce (Calvino, ad esempio, con Se una notte d’inverno un viaggiatore), mentre tanti altri proseguono per la propria strada, spesso intimistica, tante volte autoreferenziale. L’indicazione invece viene fatta propria dai professionisti della letteratura popolare: basti pensare a Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, Eraldo Baldini o Marcello Simoni.

Il romanzo L’ufficio degli affari occulti di Èric Fouassier osa di più: è un vero romanzo d’appendice. Uscito in Francia l’anno scorso e tradotto da Maddalena Togliani per Neri Pozza (novembre 2022), riporta il lettore nel cuore dei “misteri di Parigi”. Il prologo racconta la fuga di un bambino terrorizzato, che è riuscito a far perdere le tracce al proprio persecutore, il Vicario, e che drammaticamente si perde nel labirinto di specchi di una fiera.

La storia si sposta avanti nel tempo, nell’anno di grazia 1830: un ispettore della buoncostume, Valentin Verne, viene chiamato dal capo della Sûreté (fondata meno di vent’anni prima da Vidocq e ufficializzata da Napoleone) per risolvere un caso di suicidio che non convince. A togliersi la vita è stato Lucien Dauvergne, figlio di un deputato nominato da poco nel nuovo governo della cosiddetta monarchia di luglio, con Luigi Filippo re “dei francesi” (e non “di Francia). Valentin deve abbandonare le ricerche di Damien, un bambino sequestrato… dal Vicario, al centro di un traffico di bambini.

Ecco il primo nodo narrativo; se ne aggiungono altri, fra attrici seducenti, rivoluzionari e inseguimenti sotto terra, padri assassinati e agnizioni da vero feuilleton, con personaggi che non si poteva immaginare sarebbero entrati in scena. E non manca un pizzico di atmosfera magica, quasi “attraverso gli specchi”, reali e metaforici.
I piani della trama sono due; lo svolgimento delle indagini di Valentin sulle morti misteriose; le pagine del diario di Damien, appunto il bambino sequestrato dal pedofilo senza volto, che racconta il proprio calvario. Èric Fouassier li fa convergere con abilità e strizzando l’occhio al lettore.

È uno fra i rari casi in cui la citazione in quarta di copertina è condivisibile: questo libro può dare dipendenza. Facilmente Valentin Verne tornerà; a dirigere l’Ufficio degli affari occulti.

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