Qualcosa, al concerto di Sufjan Stevens di fine maggio a Ferrara, non mi tornava. Nelle locandine di quello che è senza dubbio il più bel festival musicale d’Italia (Ferrara Sotto le Stelle), infatti, c’è il logo dell’Arci, che organizza il tutto. L’Arci? Ma che fine ha fatto l’Arci qui a Ravenna?

Pian piano l’attività dell’Associazione Ricreativa e Culturale Italiana (ogni tanto ricordare i significati degli acronimi è importante), qui in città, è andata scemando, divenendo sempre meno ricreativa e men che meno culturale. Nemmeno più la festa della musica (a Cesena, per esempio, ci portano Hugo Race, che è uno che ha formato i Bad Seeds di Nick Cave, tanto per intenderci), pare si faccia più. Oddio, che se si doveva fare come negli ultimi anni forse è meglio così. Però, insomma, l’Arci qui da noi negli anni Settanta, Ottanta e anche in parte nei Novanta ha svolto un ruolo da protagonista nella diffusione della cultura, con club all’avanguardia in campo musicale, attività cinematografiche, concerti. Riuscendo a coinvolgere in particolare giovani e giovanissimi, che ora invece magari preferiscono andare al disco-bowling. Adesso nella homepage del sito dell’Arci ci sono i Mosquito Games, che sono in pratica forse l’unica attività ricreativa prevista per l’estate, mentre per la cultura si parla di un tributo a De Andrè (wow!) che si concretizza in una serata (una) dedicata all’autore scomparso. Magari, con merito, l’Arci a Ravenna è più impegnata nel campo del sociale, si impegna in battaglie cavalcate giustamente a livello nazionale, ma sinceramente (e va bene, lo dico) in una città candidata a capitale europea della cultura dall’Arci ci aspetteremmo un contributo maggiore. Anzi, ci piacerebbe proprio capire dove è finita, in campo culturale. Ehi, diciamo con voi, amici dell’Arci. Dove siete finiti? Fatecelo sapere, sul serio, con tanto di motivazioni. Sono sicuro che Ravenna&Dintorni ospiterà volentieri un vostro intervento.