Per chi suona la campanella

 

Sembra quasi impossibile, ma è vero: dopo sei lunghi mesi di dubbi, angosce e domande, la scuola è ricominciata. Le campanelle hanno suonato, i banchi (con o senza rotelle), sono tornati a riempirsi, i genitori hanno firmato valanghe di moduli e le magnifiche sorti e progressive della scuola italiana hanno ripreso il loro corso.

Devo ammetterlo, sono stata aspramente critica con la Ministra Azzolina. Ero tra quelli a cui il titanico sforzo organizzativo compiuto dal ministero dell’istruzione sembrava mostrare, diciamo così, qualche falla. Poi ho letto di genitori che chiedono garanzie scritte alla scuola che i loro figli non saranno contagiati dal Covid. Ho letto di genitori che chiedono alla scuola di dividere gli studenti figli di professionisti dai figli degli operai. E ammetto che ho cominciato a empatizzare con la giovane ministra, che vabbè, magari difetterà di preparazione, di esperienza, di visione, ma certo non possiamo imputare a lei sola tutte le inefficienze e le falle accumulate in decenni di sistematica demolizione dell’istituzione scolastica. In una situazione di emergenza sanitaria, poi. Diciamocelo: probabilmente non avrebbe saputo che pesci pigliare nemmeno il segretario generale dell’Onu.

E comunque la povera Lucia Azzolina, bersagliata da genitori, dirigenti scolastici, insegnanti, sindacati, pediatri, politici di destra e di sinistra, si starà quasi certamente chiedendo cosa le è frullato in testa quando ha deciso di fare la ministra dell’Istruzione e perché mai non si è dedicata invece all’allevamento di cozze, al commercio equo e solidale, alla pesca d’altura, a qualsiasi cosa, insomma, piuttosto che quella scomodissima poltrona.

Fatto sta che la campanella è suonata, i pennarelli etichettati, le mascherine indossate e i nostri figli spediti a imparare come gira il mondo (e, si spera, anche a sistemarlo un po’, il mondo).

Ora dobbiamo solo mantenere la calma, sperare che il pediatra non decida di emigrare improvvisamente in Tagikistan e che i giorni di permesso che certamente dovremo prendere in abbondanza non arrivino a causare il nostro licenziamento.

E comunque, ieri, mio figlio, dopo essersi debitamente disinfettato le mani all’uscita da scuola, prima che potessi intervenire si è diviso con un amichetto un pezzo di pizza mezzo masticato di dubbia provenienza.

Ecco.

Stendiamo un velo di plexiglass.

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