Materiale Selvatico: fantasia, fantasia fantasma…

Barbara De Vivi Opera

Un’opera di Barbara De Vivi, “Morte dell’elefante preferito di Annibale”

Lo dice anche Gianni Celati in Conversazioni del vento volatore: «ci serviamo della fantasia tutti i momenti per interpretare le cose, cercando di capire quello che è fuori dalla nostra portata […]. Il fantasticare è così assiduo che lo diamo per scontato. Però se si inceppa abbiamo un campanello d’allarme, che è la noia».

Sceglie questa e altre citazioni Massimiliano Fabbri, pittore, curatore e anima del Museo Luigi Varoli di Cotignola che, con tutto il materiale Selvatico realizzato negli anni, questa noia scommettiamo l’ha conosciuta davvero pochissimo.
Un’adunanza di menti creative giovani e appena meno giovani, chiamate a raccolta nei luoghi prossimi e diversi, per realizzare, usando le parole di Fabbri un “arcipelago di personali”, mostre diffuse e ramificate come nell’edizione 2017 di “Selvatico” che aveva come ispirazione la foresta. Anche quest’anno, seguendo il filo conduttore del focus sul ritorno alla pittura in arte e sulla coppia Fantasia/Fantasma, una piccola comunità creativa e creatrice, prendendo il via dal Museo Varoli, costruisce una rete di luoghi e persone e germoglia opere site-specific, ovvero nate nel e per il luogo in cui si trovano a vivere.
Così, il viaggio tra le costellazioni selvatiche di quest’anno comincia a Fusignano (la prima tappa inaugurata il 10 novembre) dove troviamo, al Museo civico San Rocco, Andrea Chiesi e Daniele Galliano, uniti dal tema dell’ombra e della tenebra, mentre Marta Sesana e Giuliano Sale – al Centro culturale Il Granaio – danno forma alla temperatura opposta “multicolorata, ibrida tra fumetto, cartoon e street art”. Due esposizioni che trovano un collegamento nella polarità degli opposti.

Segue la seconda tappa del progetto, a Cotignola (inaugurata il 24 novembre), dove si può trovare l’habitat più articolato, con trenta artisti dislocati in quattro spazi. Forza della sezione cotignolese anche la colonizzazione creativa di Palazzo Pezzi (una delle perle architettoniche superstite al passaggio del fronte nella Seconda Guerra Mondiale) che vede l’esposizione organizzata per stanze in doppio andamento, con artisti soli o in coppia, geograficamente distanti, in un dedalo di direzioni e sorprese divertenti che lasciano al visitatore l’individuazione di una propria mappa personale. A Palazzo Sforza predominano “magma biologico e andamenti vegetali” a contrasto con la rappresentazione di corpo, volto e narrazione, di cui un saggio sono le “teste luciferine” di Riccardo Cavallini.

L’attesa terza tappa riguarda Ravenna e lo Spazio Vibra su Piazza Kennedy (inaugurazione venerdì 7 dicembre, ore 18.30) dove ci attendono Gio Pistone e Nicola Alessandrini: dopo le ombre, la tenebra, le polarità e i colori derivati dai sogni, spetta a due street artist – non limitati al muralismo – il compito di chiudere il progetto con “Cadaveri deliziosi”. Ovvero parsimonia e leggerezza per la morte dell’animale che parla, titolo piacevolmente oscuro: a questo e all’enigma sulla struttura del catalogo, vi abbandoniamo con un una puntina di divertito e pedagogico sadismo… Non vi resta che visitare.

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