Alle origini del male Seguici su Telegram e resta aggiornato Régis Jauffret è un autore francese pubblicato in Italia da Clichy noto, soprattutto in Francia, per le sue raccolte di racconti brevi Microfictions (in uscita il secondo volume). Letteralmente centinaia, che diventeranno migliaia, di brevi storie in cui sono racchiuse intere vite che gli sono valse il premio Goncourt. Ma Jauffret è anche l’autore di un libro dal titolo italiano 1889, uscito prima in Italia che in Francia sempre per Clichy (traduzione di Tommaso Guerrieri), che è un affondo sulle origini del male, ossia la storia della gravidanza della madre di Adolf Hitler. «Tutto ciò che era verificabile è stato verificato ed è storicamente vero» ha spiegato l’autore quando è stato ospite, in apertura della stagione autunnale, a Ravenna alla rassegna Il tempo ritrovato. Il punto è che di quel periodo sappiamo poco, mentre nel romanzo c’è moltissimo. C’è l’ambiente, la miseria, la condizione di vita quotidiana di un nucleo famigliare di un doganiere, c’è un affresco dell’Austria di quel tempo con le fatiche e i rischi e i pericoli di quell’epoca che appare ormai così lontana. E poi c’è una famiglia che oggi diremmo disfunzionale in cui un uomo maturo ingravida la giovane nipote, che lo chiamerà “zio” per tutta la vita. C’è il peso di una religione opprimente soprattutto sulle donne, c’è un antisemitismo onnipresente ma che non ha nulla a che vedere con quello che diventerà poi nel regime nazista. C’è, in particolare, un’invenzione letteraria che da sola vale la lettura del libro è che porta il lettore a interrogarsi sul potere della parola, sul pensiero che prende forma fisica come suono e come segno, squarci sull’orrore che attende l’umanità. A partire da quel nome, anzi quel cognome, che nessuno aveva mai portato prima e nessuno porterà poi, coniato, si direbbe, apposta per un uomo che ha cambiato la storia dell’umanità. Di questo Jauffret si dice convinto: senza Hitler la storia del Novecento non sarebbe stata la stessa, cosa che, sempre secondo lo scrittore francese, non si può dire di nessun’altra figura storica mai esistita. Ecco perché non smettere di indagarla e studiarla e cercare in qualche modo di spiegarla, andando fino al suo concepimento, ai nove mesi in cui la madre lo portò in grembo tra mille paure e in cui noi ci troviamo a sperare, nostro malgrado, che tutto vada bene e che il bambino nasca sano. Quando si dice il potere della letteratura. In un momento in cui la cronaca ci porta quotidianamente a interrogarci sull’uso e l’abuso della parola antisemita, in cui assistiamo inermi a una strage perpetrata dai pronipoti di chi fu vittima di uno sterminio senza precedenti e, sottolinea più volte Jauffret, senza nulla di simile a seguire, una lettura che è un romanzo storico ma anche una riflessione in forma di fiction sulle origini del male e della storia nel grembo di una donna come tante altre. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: NdL - Nota del Lettore