Elizabeth Hand omaggia Shirley Jackson con un grande horror Seguici su Telegram e resta aggiornato Fresco di stampa, in libreria è arrivato ai primi di settembre La villa sulla collina, pubblicato da Astoria nella traduzione di Raffaella Maria Arnaldi Scarsini. Il romanzo dell’americana Elizabeth Hand ha per la verità un titolo originale un po’ più esplicito, che è A Haunting on the Hill, ma per capire dalla copertina le atmosfere e i rimandi nella versione italiana bisognerà accontentarsi dell’immagine. Si tratta infatti di un esplicito omaggio alla grande Shirley Jackson e alle sue atmosfere tra gotico e horror e in particolare a uno dei suoi libri più celebri L’incubo di Hill House. Citazioni, giochi e rimandi letterari si sprecano, ma La villa sulla collina non è solo un divertissement letterario. La suspense e la paura sono autentiche e lo spunto della trama è comunque curioso e originale. La protagonista è la newyorchese Holly, che decide di affittare per due settimane una casa in stile Georgiano nell’unico villaggio della zona non ancora toccato da gentrificazione per scrivere e produrre una pièce teatrale. Con lei ci sarà la fidanzata Nisa, che è una cantante, il loro amico e attore Steve e Amanda, una donna sulla sessantina che ha accettato di interpretare il ruolo principale. Il testo di Holly è ispirato alla storia di una donna che è stata arsa nella Londra del 1600 perché considerata strega. Fin dall’inizio non mancano gli indizi che ci spaventano: ombre di lepri che ghignano e si allungano, bambini che osservano da lontano, la domestica che non vuole mai per nessuna ragione restare dopo il buio pur essendo con il marito. La trama si sviluppa poi mettendo in relazione i quattro personaggi, i loro vissuti, le loro aspettative e, appunto, la casa in cui si trovano secondo uno schema che è diventato un archetipo della letteratura horror. Senza mai scadere nel ridicolo, sempre sul filo di una sfida con il lettore o la lettrice che intreccia il genere letterario, il tema dell’arte e del teatro con quello della vita vissuta fuori dalle scene e offre anche uno spiraglio per osservare il retroscena di un piccolo pezzo della New York di oggi. Quello che manca di effetto sorpresa, insomma, viene compensato dal resto. Ma, sopra ogni cosa, il merito del romanzo è forse soprattutto quello di offrire l’ennesima dimostrazione di quanto sia viva e vitale l’eredità della grande scrittrice americana Shirley Jackson, scomparsa a metà degli anni Sessanta, pubblicata in Italia da Adelphi e al cui capolavoro, guarda caso, è ispirata anche una serie di Netflix. Un’autrice che evidentemente ha ancora molto da dire oltre un secolo dopo la sua nascita. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: NdL - Nota del Lettore