Giampaolo Simi, un giallo per chi ama la letteratura che ci racconta chi siamo oggi

I Giorni Del Giudizio SimiGiampaolo Simi, ospite peraltro a Ravenna di recente del festival GialloLuna in un interessante incontro, si conferma uno scrittore tra i più interessanti del panorama italiano, in particolare del genere.

Con questo I giorni del giudizio abbandona (temporaneamente, per fortuna) il suo personaggio, il giornalista divorziato Corbo, ma non le terre di Versilia. La scena si svolge infatti tra Lucca, Viareggio e le campagne circostanti. La situazione è di quelle ben congegnate dal punto di vista innanzitutto geometrico della struttura: sei persone entrano a far parte di una giuria popolare che deve giudicare un importante imprenditore accusato di aver ucciso la moglie e il (presunto) amante, di dieci anni più giovane della donna. I coniugi coinvolti, la moglie uccisa e il marito accusato, sono soci e proprietari di una catena di ristoranti italiani nel mondo e il delitto è avvenuto in una tenuta che la donna in particolare aveva fatto restaurare, la Falconaia. Nella giuria popolare finiscono quasi tutti loro malgrado sei personaggi molto eterogenei, piuttosto curiosi, e specchio di questi tempi: la quarantenne ancora bellissima titolare di un negozio di moda scostante e subito soprannominata dagli altri “patata d’oro”; una trentenne precaria che lavora in birreria e vive in una minuscola stanza in una Lucca che si sta trasformando in un grande Airbnb; lo youtuber sovrappeso che fa i soldi recensendo videogiochi sul web; un sessantenne precocemente andato in pensione polemico e puntiglioso; Ahmed, immigrato da Ceuta; Iris, 49enne bibliotecaria che vive di rimpianti.
Ognuno di loro nei tre mesi di processo si troverà a misurarsi con dilemmi etici enormi, otterrà o meno qualcosa dalla posizione all’interno della giuria, subirà pressioni, entrerà in contatto con persone con cui non dovrebbe entrare in contatto. Soprattutto emergerà nella sua unicità e complessità, uscendo da ogni stereotipo possibile.
La storia viene raccontata dalle sei voci che si danno letteralmente il cambio, come in una staffetta, nella narrazione dello sviluppo della storia di fondo e con ognuna di loro scopriremo qualcosa in più sia sui personaggi, sia sulla vicenda stessa.

Unico neo, peraltro trascurabile, è che la trama gialla è piuttosto debole, la soluzione del caso scontata agli occhi del lettore molto prima che a quella dei giurati (che ignorano un dettaglio importante). Ciononostante, la capacità di Simi ancora una volta di raccontare la realtà mentre sta accadendo con uno sguardo d’insieme che ha pochi eguali rende questo I giorni del giudizio un libro imperdibile per i fan e anche per chi ama la letteratura che ci racconta chi siamo oggi, in quest’epoca.

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