In memoria di un uomo scomodo, Luigi Bernardi

Io una vera classifica non l’ho fatta, però sul sito www.ravennaedintorni.it ho comunque messo un po’ dei libri letti nel corso del 2013 (e usciti al massimo l’anno prima) che più mi sono piaciuti. Tra questi ce n’è anche uno di cui avevo in effetti parlato anche qua, ed è Crepe, uscito per Il Maestrale a firma di Luigi Bernardi. Ora, trattasi di un romanzo molto bello, con cinque personaggi molto diversi tra loro che vivono in una palazzina interessata dai lavori dell’Alta velocità. Un libro sul futuro, sul progresso, sull’umanità, sull’amore, sulle aspettative a tratti ruvido così come era l’autore. Era. Perché Luigi Bernardi è morto pochi mesi dopo aver dato alle stampe questo libro e non prima di averne scritto un altro, sulla malattia, che speriamo veda presto la luce perché è anch’esso un capolavoro. Comunque, Luigi Bernardi è morto ad appena sessant’anni e questo resta un fatto che segna il 2013 dell’editoria italiana. Perché Bernardi era non solo uno scrittore, ma un talent scout, un editore, un editor, un traduttore. È uno che ha portato in Italia gente come Manchette e Malet, Jonquet e Daeninckx, che ha scoperto penne come Marcello Fois e Carlo Lucarelli. Con lui Bologna ha conosciuto una breve stagione d’oro di creatività e protagonismo letterario che ora non riesce a ritrovare. Scomodo, “ispido”, irrequieto, Bernardi ha collaborato con i grandi editori ma non ne è mai diventato parte, ha più che altro frequentato editori minori, sperimentatori, sentieri poco poco battuti. Ha avuto molto a che fare anche con Ravenna, dove veniva spesso, è stato tra gli editori di Daniele Panebarco. Nella sua vita editoriale, molto spesso è arrivato in anticipo, troppo in anticipo.  Amava dire cose scomode, si teneva lontano dalla banalità e dal conformismo come se fossero la peste del nostro tempo. Un esempio? «L’editoria, meglio ancora il lavoro editoriale, non esiste più. Questo perché ognuno ha già i suoi libri, tu come lettore hai già quello che deve piacerti. Sei quello che definiscono un sincero democratico? Bene, ti leggi Camilleri e Carofiglio che ti raccontano storielline carine ed innocue che ti fanno sorridere». Dichiarava cose così, in una delle sue ultime interviste a Il fatto quotidiano. Ora Bernardi non c’è più e chi ha avuto la fortuna di condividere con lui l’amore per i libri ne sente la mancanza eccome. Un po’ di queste persone si ritrovano l’11 gennaio (il giorno in cui avrebbe compiuto 61 anni) nella biblioteca di Ozzano (sua località natale) dalle 10 di mattina.

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