martedì
01 Luglio 2025

La vera storia delle figlie di Saffo

Condividi

Cover

Le figlie di Saffo di Selby Wynn Schwartz è un libro molto interessante, divertente, curioso e anche importante per le tematiche affrontate. Non è necessario essere lesbiche e nemmeno donne per appassionarsi a un racconto che intreccia la grande storia. L’autrice ripercorre infatti episodi di vita e vicende letterarie di alcune delle figure più note del mondo letterario artistico e femminile tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, usando la rilettura di alcuni passi della poetessa greca Saffo come filo conduttore.

Lina Poletti, Sibilla Aleramo, Eleonora Duse (tutte e tre legate da relazioni omosessuali come raccontato nel volume di Anna Carini che l’autrice cita in fondo al suo libro), Colette, Virginia Woolf e Vita Sackville-West (assistiamo qui alla genesi di Orlando, dedicato proprio a Vita), Sarah Bernhardt, solo per citare le più note. Si parla della battaglia delle donne per il proprio corpo, del sogno di poter trovare due donne che si possano baciare in un libro, di quel mondo fatto di uomini e delle loro leggi che punivano un amore che nemmeno riuscivano a concepire o pronunciare.

In brevi quadri che si spostano tra Roma, Parigi e Londra sentiamo il respiro di libertà di quei consessi femminili come il Temple à l’amitié o The Girls of the Future Society o ancora the Lyceum, veri e propri salotti dove si cercava, recuperando la poetessa dell’isola di Lesbo e la figura di Cassandra, di guardare a un futuro di libertà. Sullo sfondo le vicende storiche, in particolare dell’Italia, con le guerre coloniali prima e l’avvento del fascismo poi, ma anche le leggi liberticide e i processi per censura, per esempio all’uscita di The Well of Loneliss in Gran Bretagna.

Personaggi femminili realmente esistiti qui trovano nuova linfa e protagonismo, mentre quelli maschili, come D’Annunzio o Dino Campana, scompaiono. Basato su una solida documentazione storica e letteraria, il libro resta comunque un’opera di fiction dove si soffre, si ride, ci si commuove e, soprattutto, si impara moltissimo. La struttura frammentata che procede quasi per “quadri” e rimandi può infatti risultare forse talvolta un po’ ostico, ma il racconto, che non ha comunque uno sviluppo né una trama lineare, è piuttosto costruito su intrecci chi si muovono su più piani.

Nota a margine, per i ravennati in particolare da segnalare l’incipit dedicato alla concittadina Lina Poletti, che giovanissima si muove tra le sale della Classense. Nella traduzione di Maria Giulia Castagnone, il libro è stato pubblicato in Italia da Garzanti lo scorso marzo.

Condividi
Contenuti promozionali

LA CLINICA DELLA FINANZA

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Casa CZ, nuova luce in una bifamiliare

Il progetto di ristrutturazione dello studio Locarc a San Mauro Pascoli

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi