Divertente e spietato, il romanzo generazionale di Veronica Raimo

Veronica Raimo Niente Di VeroInnanzitutto, va detto, Niente di vero di Veronica Raimo è davvero divertente. Nel senso che proprio fa ridere, come dice peraltro Zerocalcare nella fascetta promozionale. E questo non è un fatto mai banale, non lo è soprattutto se la voce narrante è femminile e se il registro del comico resta sottile, più ironico e autoironico, e non travolge né soppianta il resto.

Poi si può dire che è un libro che gioca con il lettore, che maschera e svela, che racconta una vita e una famiglia, quelle appunto di Veronica detta dai più (ma non dai suoi genitori) “Vero” sotto un titolo che di per sé è un programma “niente di vero”. Quindi? Quanto dobbiamo credere a questo racconto che è anche, insieme,  tenero, spietato, malinconico? Sono esistiti davvero quei genitori ossessivi e bizzarri, quella “Francesca al telefono” e quell’uomo ipocondriaco e stakanovista che passava la vita a costruire muri? Davvero Veronica e Christian sono cresciuti in un labirinto di cartongesso di 60 metri quadrati? E hanno davvero passato le estati in quella Puglia così poco invitante? Di certo Christian, il fratello geniale che “non vede mai il problema” esiste ed è appunto Christian Raimo, anch’egli scrittore, intellettuale, attivista politico, insegnante, una delle menti più brillanti e divisive della sinistra italiana da qualsiasi parte della divisione si stia, le sue riflessioni sono sempre acute e per chiunque lo segua è imperdibile nella parte del fratello di Veronica in questo libro.

Classe 1978, Raimo (Veronica) ci regala anche un romanzo generazionale, naturalmente, quando ci racconta di una giovinezza senza smartphone e videogiochi e videocall. Definirlo un romanzo di formazione, pur raccontando l’infanzia e la giovinezza dell’autrice è già più difficile. il percorso è infatti frastagliato e la formazione sembra ancora in fieri, anche se la protagonista ha superato i 40 (e anche questo è così tanto generazionale). Soprattutto, Vero sembra rifuggere l’idea di un cambiamento reale, quasi che stia attraversando la vita un po’ come capita, senza davvero mai decidere la direzione da intraprendere.

Anche quando ci racconta i momenti più complessi o dolorosi, dall’aborto al lutto per il padre, riesce a mantenere una levità e ad evitare qualsiasi lezione morale o generale. Perché dentro al libro c’è proprio di tutto, dal problema della stitichezza alla scoperta più o meno consapevole del sesso. Mancano, se non di sfuggita e solo come spunto per una scena esilarante, i successi letterari, che pure per questa autrice sono arrivati e che ancora di più potrebbero arrivare con questo libro che è addirittura candidato allo Strega.  Il low profile della voce narrante le le impedirà comunque di farcela pesare troppo.

Per gli amanti degli audiolibri, il romanzo è già disponibile ed è interpretato, in modo piuttosto convincente, da Cristina Pellegrino.

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