E ora a Lugo ci si aspetta un vero e proprio Rinascimento

Teatro Rossini LugoSi potrebbe esordire così: annuntio vobis gaudium magnum; habemus curatorem! Probabilmente sarebbe un incipit un po’ eccessivo, a tratti pretenzioso e sicuramente iperbolico, tuttavia, la portata dell’annuncio dato Urbi et Orbi a metà della scorsa settimana dagli organi preposti del Comune di Lugo è di quelli che riempiono di gioia. Finalmente il Teatro Rossini ha nuovamente un direttore! Il dottor Giovanni Barberini.

La sua nomina è arrivata dopo una selezione che ha visto ben sei candidati concorrere per il ruolo. Non deve essere stato facile per chi ha dovuto compiere la selezione individuare la figura più idonea, tuttavia, il profilo di Barberini è, certamente, adeguato al compito che gli si profila all’orizzonte. Per tacer della laurea in filosofia, conseguita nella più antica università del mondo, è da anni un apprezzato gestore della res publica, tanto da aver ricoperto numerosi e multiformi ruoli in seno alle passate amministrazioni lughesi.

Ci sono, ovviamente, già cori di detrattori, ma chi avanza qualche dubbio sulle sue capacità di svolgere anche il compito di direttore artistico deve fare i conti con l’indubbia qualità che, sotto la sua gestione di direttore pro tempore del Teatro, ha avuto la rassegna autunnale “Lugo Open”. Dopo la chiusura per lavori, la nomina di un direttore come Barberini è un segnale importante che Lugo manda ai suoi cittadini: il teatro è davvero pronto a riaprire i battenti, ormai è solo questione di tempo.

Certo è, comunque, che nel prossimo triennio il popolo del Rossini si aspetta un vero e proprio Rinascimento, un’operazione di risur- rezione dalle ceneri che, tra lavori e pandemia, ha costretto la fenice lughese a tener lontani gli spettatori e gli artisti da quelle sacre assi sulle quali è passata la storia della cultura delle arti performative.
La cosa migliore che si può fare, quindi, nell’attesa di ritornare a respirare i velluti del teatro dedicato al compositore nato il 29 febbraio è quella di pazientare fino a primavera, quando saranno finalmente sciolti i veli e quel tempio dell’arte ritornerà a essere quel faro che è della cultura in Romagna. E, ovviamente, augurare buon lavoro al suo nuovo direttore che ora dovrà dimostrare sul campo la bontà della scelta operata dalla Fondazione Teatro Rossini e dal suo presidente, il sindaco Davide Ranalli, conducendo fuori dal porto la nave e riportarla ai fasti del recente passato (e oltre).

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