L’esecuzione che ritorna alle fonti originarie? Una proposta di recupero dell’autenticità

Autografo 2 BassaNella storia della musica, oggi, si sta vivendo una stagione mai vissuta finora. Ogni periodo storico ha potuto vantare una produzione che veniva puntualmente eseguita dai propri contemporanei e che, salvo qualche raro caso, era destinata all’oblio dopo breve tempo. Attualmente, invece, il mondo musicale vive di una continua riproposizione di composizioni nate secoli fa, lasciando alla cosiddetta contemporanea solo le briciole dello spazio esecutivo.

Ciò pone un problema mai apparso prima nella storia: l’interpretazione di pagine per le quali non c’è stata continuità storica (anzi, più che pagine si può parlare di stili).
Ci sono due modi per affrontare il tema. Il primo, quello più diffuso e dominante nel panorama concertistico, è l’approccio che si fonda sulla continuità di esecuzione, basato sulla testimonianza diretta del maestro presso il quale l’allievo studia. Questo modo di interpretare non è che l’evoluzione di un’idea esecutiva nata tra le due Guerre e che si è affermata anche grazie alla grande diffusione dei vinili.
Il secondo approccio, invece, si è affermato nella seconda metà del Novecento (soprattutto grazie a interpreti olandesi che per primi hanno utilizzato questa chiave di lettura) e prevede un’esecuzione attenta alle fonti. Si viene, così a costruire una poetica differente da quella dominante, a tratti antitetica, che si rifà ai trattati e ai documenti storici.

Questo approccio mira a proporre un’idea esecutiva storicamente autentica, tuttavia le insidie sono dietro l’angolo.
Il nodo principale è sicuramente l’impossibilità di ricreare con assoluta certezza il suono del tal periodo storico: ci si può sicuramente avvicinare, ma dato che l’invenzione del cilindro fonografico risale al 1877, ciò implica che prima di quella data non esistono testimonianze sonore di come effettivamente fosse l’interpretazione musicale. Vi sono, poi, anche difficoltà legate all’interpretazione delle fonti stesse: parole che oggi hanno un significato, all’epoca ne avevano uno opposto, o anche solo simile, ma con sfumature differenti.

Tutto ciò concorre oggi a formare una idea interpretativa che può essere radicalmente diversa per ogni esecutore storicamente informato. L’approccio migliore verso questa declinazione dell’esecuzione, sempre più in crescita, è quindi di goderla come una proposta di autenticità, e non come verità assoluta, impossibile da raggiungere.

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